- Oggi presso la sede del consiglio regionale della Liguria si è svolta una manifestazione dei lavoratori del comparto delle riparazioni navali del porto di Genova per protestare contro un'ipotesi di delocalizzazione di tali attività rilanciata da un'interrogazione presentata nei giorni scorsi dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle che, rifacendosi agli esiti di un'indagine effettuata da un consulente del Comitato Porto Aperto, aveva evidenziato come le riparazioni navali situate nel porto starebbero gravemente inquinando la città e sarebbero una fonte di pericolo per i genovesi. Con l'interrogazione si chiedeva alla giunta regionale se intenda attivarsi per delocalizzare tali attività.
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- La delegazione di lavoratori delle riparazioni navali di Genova ha incontrato i rappresentanti della giunta e dell'assemblea regionale e al dibattito hanno partecipato i rappresentanti sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, numerosi consiglieri regionali, l'assessore allo sviluppo economico Edoardo Rixi e il presidente della giunta Giovanni Toti. Quest'ultimo ha sottolineato che «le riparazioni navali non si toccano, sono - ha specificato Toti - un pezzo della storia di Genova, sono parte integrante dell'industria genovese e costituiscono un polo d'eccellenza per la città». Toti ha ricordato che la Regione ha sottoscritto con le istituzioni locali «un modello di sviluppo per il porto di Genova, firmando il Blue Print di Renzo Piano con il tombamento dell'area antistante lo Yacht Club per garantire alle riparazioni navali lo spazio necessario alla crescita e allo sviluppo futuro. Per quanto riguarda me, questa giunta e questa maggioranza - ha assicurato - certamente andremo avanti su questa strada e di certo questa politica non cambierà per un articolo di giornale o una mozione dell'opposizione».
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- Bruno Manganaro, segretario della Fiom-Genova, ha ricordato che il settore delle riparazioni navali assicura lavoro a oltre 2.500 dipendenti ed un notevole indotto ed è quindi una ricchezza per la città. «Non è accettabile - ha affermato il rappresentante del sindacato - che qualcuno dica che le riparazioni devono essere delocalizzate». Manganaro ha invitato a non usare la questione ambientale «in modo furbesco. L'ambiente - ha aggiunto - è un argomento serio e noi siamo i primi a volerne parlare, ma nell'ambito di una discussione seria». Manganaro ha, quindi, ribadito che il settore delle riparazioni deve essere ampliato ed ha chiesto una dichiarazione chiara da parte del consiglio, un atto formale con il quale si confermi che le riparazioni navali restano. Anche Daniele Tonni, della segreteria Uilm Genova, ha chiesto al Consiglio un definitivo impegno per non delocalizzare e tantomeno chiudere le riparazioni navali. Stefano Menone della Fiom Cisl ha ribadito che ambiente e lavoro possono coesistere: «a Genova - ha detto - il lavoro non manca: bisogna saperlo prendere, aggredirlo e svilupparlo».
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- Nel suo intervento il presidente della Regione, ribadendo che «Il Blue Print e l'espansione delle riparazioni navali costituiscono un piano strategico per il rilancio del porto», ha precisato che queste saranno «le indicazioni che questa giunta darà al nuovo presidente dell'Autorità Portuale e alla nuova governance di sistema ch - ha specificato - e mi auguro sarà nominata nei prossimi giorni». A proposito della nomina del presidente della nuova Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, che gestirà i porti di Genova, Savona e Vado Ligure, Toti si è augurato «che si chiudano al più presto tutte le interlocuzioni con il ministro Delrio e si trovino al più presto delle soluzioni concordate sulla governance del porto. Mi auguro soprattutto - ha proseguito il presidente della Regione - che chi andrà a ricoprire la responsabilità di presidente dell'Autorità Portuale di Genova si rimbocchi le maniche e abbia poche ore di sonno per molti anni a venire, perché c'è da recuperare molto tempo perduto». Relativamente alla nomina del presidente dell'Autorità, Toti ha spiegato che «sono in corso dialoghi serrati col governo, mi auguro - ha aggiunto - che si trovi la quadra e soprattutto che si trovino persone capaci e giuste. Da troppo tempo il porto di Genova, ma anche gli altri porti liguri non hanno quello sprint che dovrebbero avere: ci sono soldi fermi nei cassetti, appalti da fare, concessioni da rinnovare e c'è da rimettere in moto una macchina che è la prima industria della Liguria, ma soprattutto la prima industria del Nord Italia, sia in termini dai fatturato, sia in termine di funzionalità di sistema, perché senza i porti di Genova, Savona e La Spezia i mercati del Nord Italia sono mercati monchi».
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- «Stiamo facendo pressing sul governo - ha confermato l'assessore regionale allo Sviluppo economico e ai porti, Edoardo Rixi - per avere al più presto, speriamo nei prossimi giorni, il nuovo presidente dell'Autorità Portuale, visto che da fine agosto il commissario Pettorino, su indicazione del ministero, può procedere solo nell'ordinaria amministrazione, bloccando di fatto la Regione nell'avanzamento di un piano di valorizzazione delle attività industriali legate al porto. È impensabile a Genova - ha concordato Rixi - parlare di delocalizzazione di siti, ma si può parlare potenziamento e miglioramento della qualità ambientale, nel momento in cui siano disponibili le risorse necessarie agli investimenti, senza interrompere i cicli produttivi che danno occupazione. Anche in questa fase di stallo, in attesa della nomina del presidente del porto di Genova, non siamo comunque rimasti fermi come Regione, ma - ha concluso l'assessore - abbiamo sondato la possibilità di implementare i fondi di bandi europei da destinare proprio a investimenti sul tema dell'ammodernamento portuale».
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