- Sono tante le questioni che dovrà affrontare l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, l'ente che quest'anno è subentrato nella gestione de porti di Genova e di Savona alle rispettive Autorità Portuali, ma per certi versi sono meno numerose di quelle con cui le due authority portuali dovevano confrontarsi appena pochi anni fa. I problemi sul tavolo della nuova AdSP, che è stata istituita a seguito della riforma della governance dei porti italiani introdotta dal governo la scorsa estate, sembrano essere essenzialmente incentrati sul solo porto di Genova.
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- Per Savona, non sembrano esserci alternative al seguire la strada già tracciata dall'Autorità Portuale. Il nodo della realizzazione della piattaforma multipurpose, infatti, è già stato sciolto da tempo dall'authority portuale savonese che ha avviato il più grande progetto portuale in partnership tra pubblico e privato con il gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk per la realizzazione di un container terminal che diventerà operativo il prossimo anno nel bacino portuale di Vado Ligure. Si proseguirà su questo tracciato - ha confermato oggi il presidente dell'AdSp, Paolo Emilio Signorini, presentando i membri del primo Comitato di gestione del nuovo ente portuale che vede, a fianco dello stesso Signorini, Francesco Parola quale rappresentante della Regione Liguria, il sindaco Marco Doria a rappresentare la Città Metropolitana di Genova, Cristoforo Canavese come esponente del Comune di Savona e il capitano di vascello Domenico Napoli nelle vesti di rappresentante dell'Autorità Marittima.
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- Se per Savona-Vado il futuro è già approssimativamente delineato, per Genova lo scenario è più complesso. Nel settore dei container, in questi giorni si è definita a grandi linee la schiera degli operatori che gestiranno questi traffici sulle banchine del capoluogo ligure, ammesso che a questi vengano rinnovati i contratti di concessione in scadenza. Nelle scorse settimane i fondi Infracapital e InfraVia hanno stretto un accordo per comprare la Gruppo Investimenti Portuali (GIP) ed entreranno così prepotentemente nel capitale delle società terminaliste che gestiscono i due principali container terminal dello scalo genovese, ovvero il SECH e il VTE, quest'ultimo controllato dal gruppo PSA di Singapore. Negli stessi giorni il gruppo armatoriale Mediterranean Shipping Company (MSC) ha stretto un'intesa per acquisire quasi metà del capitale della Ignazio Messina & C., la società armatoriale genovese che gestisce un terminal per rotabili e merci varie nel porto del capoluogo. Inoltre MSC è partner della Gruppo Investimenti Portuali nell'ambito del Consorzio Bettolo, che da alcuni si è aggiudicato la gestione del nuovo container terminal adiacente al SECH che sta sorgendo con il riempimento di Calata Bettolo.
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- Signorini ha confermato che anche in questo caso si proseguirà sulla strada tracciata, ma accelerando i tempi: ricordando che l'assegnazione del terminal di Calata Bettolo risale ormai al 2008 e che però sinora il contratto non è stato definito né stipulato, il presidente dell'AdSP ha specificato che la questione sarà sul tavolo della prossima riunione del Comitato di gestione, quindi tra circa un mese, intervallo che Signorini ha definito adeguato a cadenzare gli incontri dell'organo dell'ente portuale a meno di casi urgenti che richiedano una più tempestiva soluzione.
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- Cristoforo Canavese, parlando dei possibili margini di crescita dei porti di Genova e Savona nel segmento dei container, ha rilevato che è verosimile nei prossimi anni un incremento pari a 1,5-2 milioni di teu. Se questo, come presumibile, è vero - ha sottolineato Signorini - l'integrazione dell'offerta genovese con quella della piattaforma multipurpose di Savona «è giustificata».
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- Commentando l'ingresso dei fondi nel capitale della GIP, Signorini ha affermato che «il problema non è la GIP, ma sono gli storici operatori genovesi che stanno passando la mano», in quanto - ha rilevato - «hanno bisogno di spalle più larghe non solo dal punto di vista finanziario».
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- Se altri temi da affrontare per il futuro dello scalo genovese, come quello del comparto della navalmeccanica, non sono stati ricordati nel corso della presentazione del nuovo Comitato di gestione, Signorini ha menzionato quello dell'aeroporto Cristoforo Colombo confermando l'intenzione di privatizzare l'ente che lo gestisce già proclamata dalla precedente authority, ma annunciando anche il proposito di porlo nel frattempo sotto la guida di un manager esperto del settore.
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- Un altro tema - ha precisato Signorini - è anche quello della standardizzazione dei contratti di concessione, per rendere più chiari e trasparenti i termini del rapporto tra concedente e concessionario.
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- Che l'accorpamento delle Autorità Portuali di Genova e di Savona abbia introdotto la necessità di uniformare procedure e regole lo ha ricordato anche Francesco Parola, chiarendo che ciò avverrà anche per le tariffe, ovvero principalmente per i canoni di concessione e le tasse portuali.
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- Iniziando ad illustrare l'agenda del neo Comitato di gestione, Signorini ha evidenziato la necessità, a cui è venuta incontro la riforma della governance dei porti italiani, di individuare sul territorio nazionale i principali sistemi portuali da presentare sul mercato mondiale ad interlocutori quali la Cina. Se, come ha confermato Signorini, le denominazioni topografiche di Genova e Savona sono poco conosciute dai cinesi, rimane da chiedersi con chi questi avranno creduto di parlare quando il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale li ha incontrati nella sua recente missione in Cina, dove rispetto a Genova e Savona il toponimo Mar Ligure Occidentale è assai più ignoto e indecifrabile.
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- Bruno Bellio
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