- Ieri il parlamento spagnolo, con 174 voti contrari, 142 voti a favore e 33 astensioni, ha bocciato il regio decreto legge sul lavoro portuale elaborato dal governo che è entrato in vigore lo scorso 25 febbraio provocando azioni di protesta che nelle ultime settimane hanno rallentato l'attività sulle banchine dei porti nazionali.
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- Il provvedimento prevede essenzialmente che i terminalisti non abbiano l'obbligo di partecipare al capitale delle Sociedades Anónimas de Gestión de Estibadores Portuarios (SAGEP), le società per azioni che gestiscono il lavoro portuale, né avvalersi prioritariamente del personale messo a disposizione da queste società. Il decreto prevede invece piena libertà di gestione del personale tramite l'assunzione diretta da parte delle imprese terminaliste e il ricorso al lavoro temporaneo fornito dalle agenzie di lavoro interinale o dai Centros Portuarios de Empleo (CPE), nuovi centri per il lavoro portuale disciplinati secondo la legislazione applicata alle agenzie di lavoro interinale e obbligati a destinare almeno l'1% del totale dei costi salariali alla formazione continua dei lavoratori. Il decreto prevede inoltre che la modifica delle modalità di impiego dei lavoratori portuali debba avvenire nell'arco di un periodo di transizione di tre anni a conclusione del quale tutte le SAGEP dovrebbero essere trasformante in agenzie di lavoro interinale.
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- A seguito della bocciatura del provvedimento da parte del parlamento i sindacati hanno revocato gli scioperi indetti per le giornate di oggi e del 20, 22 e 24 marzo. «I gruppi parlamentari di PSOE, Podemos, Izquierda Unida, Esquerra Republicana, PDCat, EH Bildu, Compromís, Coalición Canaria, Nueva Canarias y Marea, con il loro voto contrario, e anche di Ciudadanos, con l'astensione - hanno sottolineato i sindacati Coordinadora Estatal de Trabajadores del Mar, UGT, CCOO, CIG e CGT - hanno fatto sì che la responsabilità abbia prevalso al parlamento e che non sia stato convalidato il decreto legge autoritario proposto dal ministro dello Sviluppo economico, che non è accettato dal settore».
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- Coordinadora, UGT, CCOO, CIG e CGT hanno specificato che la bocciatura del decreto «rappresenta un punto di partenza per lo svolgimento di adeguate trattative affinché la sentenza europea - hanno evidenziato le organizzazioni sindacali riferendosi al pronunciamento della Corte di Giustizia dell'UE che ha imposto alla Spagna di adeguare la propria normativa in materia alla legislazione europea - serva a migliorare un sistema portuale che è già uno dei più competitivi in Europa e a ripristinare la stabilità così necessaria per i porti e quindi a continuare a far crescere l'economia di questo Paese nel rispetto dei diritti dei lavoratori, in modo tale che tutti ne beneficeremo».
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