- Gli armatori francesi hanno presentato la loro ricetta per una crescita sostenibile dell'economia marittima nazionale. Nel corso dell'assemblea generale dell'associazione Armateurs de France, tenutasi ieri a Parigi, l'organizzazione armatoriale ha presentato il proprio documento strategico “Obiettivo 2025: rotta verso la crescita blu”, nel quale propone un decalogo per lo sviluppo dello shipping francese e in cui evidenzia come una flotta battente bandiera francese sia essenziale per l'indipendenza strategica e l'influenza economica della Francia.
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- Armateurs de France ricorda che l'economia del trasporto e dei servizi marittimi rappresenta oltre 100mila posti di lavoro in Francia, di cui 22mila diretti, tra marittimi e personale di terra, e 80mila indiretti, tra agenti marittimi, assicuratori, società di classificazione, ecc. Inoltre - ricorda ancora il documento strategico dell'associazione - se a livello mondiale il trasporto marittimo serve quasi il 90% degli scambi commerciali complessivi e a livello europeo movimenta il 60% dei trasporti, lo shipping garantisce ben il 78% delle importazioni francesi.
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- Secondo gli armatori francesi, i primi passi per promuovere una politica industriale che consenta di dare impulso alla flotta francese e all'occupazione nazionale iniziano con la creazione di una flotta strategica e il sostegno allo sviluppo di distretti industriali e con la modica dei dispositivi di sostegno agli investimenti fornendoli di una garanzia pubblica o di incentivi fiscali volti alla creazione di una flotta sostenibile e di una bandiera e di un mercato del lavoro attrattivi.
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- Il terzo e quarto punto del decalogo proposto dall'associazione prevedono di favorire la mobilità dei marittimi francesi con la riforma del sistema fiscale e sociale e di modernizzare il diritto del lavoro marittimo introducendo miglioramenti dell'orario di lavoro e di riposo a bordo.
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- Il quinto punto consiglia un impegno di più ampio respiro al fine di rendere la Francia una delle nazioni leader nelle organizzazioni internazionali ed europee, mentre il sesto propone di avviare un processo di riflessione sull'istituzione della bandiera europea e il settimo di adottare obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 del trasporto marittimo (-30% entro il 2030) così come gli strumenti tecnici e normativi adeguati.
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- Gli ultimi tre precetti di Armateurs de France propongono l'adozione di un piano di transizione energetica, indirizzato in particolare verso il gas naturale liquefatto, di sviluppare i servizi marittimi al fine di promuovere un settore d'attività ad alto valore aggiunto e di mobilitare la comunità internazionale per prevenire la pirateria e il terrorismo contro le navi.
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- «Il nostro settore - ha messo in risalto il nuovo presidente di Armateurs de France, Jean-Marc Roué, che è stato eletto ieri dall'assemblea - è strategico perché si trova al centro di competenze che attraversano tutta l'economia marittima: mediatori, avvocati, banche, cluster, ecc. Stabilire una logica di filiera - ha rilevato - rappresenta una logica e necessaria conseguenza per la vitalità e l'indipendenza dell'economia francese. Per questo motivo il settore del trasporto e dei servizi marittimi, oltre a ciò che già esiste, ha bisogno più che mai di strumenti di finanziamento dedicati alla competitività. Senza finanziamenti efficaci non ci sono navi. Nessuna nave, nessun marittimo. La flotta francese - ha sottolineato Roué - deve essere costantemente rinnovata, al fine di rimanere giovane e moderna a vantaggio dell'occupazione e del suo impatto sull'ambiente».
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- «Sviluppare una flotta mercantile battente bandiera francese - ha aggiunto Marc Etcheberry, che è stato nominato vice presidente dell'associazione armatoriale - costituisce una risorsa per il nostro Paese a molti livelli: per garantire l'indipendenza degli approvvigionamenti della nazione e la sua influenza a livello internazionale, per una migliore tutela dell'ambiente e una maggiore sicurezza della navigazione e per la ricchezza generata per l'economia nazionale».
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