- I primi tre giorni di sciopero dei lavoratori portuali spagnoli, indetti per lunedì e mercoledì scorsi e per oggi dai sindacati per protestare contro la receente introduzione del regio decreto che modifica la normativa sul lavoro portuale ( del 1° giugno 2017), hanno causato perdite economiche per oltre 36 milioni di euro, ovvero 12 milioni di euro al giorno. Lo ha comunicato oggi il ministero spagnolo dello Sviluppo economico, che è incaricato tra l'altro dell'attuazione delle politiche del governo di Madrid nei campi dei trasporti terrestri, marittimi ed aerei, spiegando che tali cifre risultano dai dati forniti all'agenzia governativa Puertos del Estado dalle Autorità Portuali e dalle aziende della comunità portuale.
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- In una nota il dicastero ha specificato che di questi 12 milioni di euro di perdite giornaliere, 2,5 milioni di euro corrispondono al trasporto terrestre via strada e ferrovia e cinque milioni ai terminal operator. Le restanti perdite sono distribuite su tutto il resto della comunità portuale (rimorchiatori, piloti, concessionari di servizi commerciali, operatori logistici, ecc). Inoltre a queste perdite economiche va sommato un aumento dei costi della logistica che gravano sui caricatori che hanno utilizzato catene logistiche alternative.
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- Il ministero ha evidenziato che, oltre al danno economico registrato nei primi tre giorni di sciopero, si aggiunge anche il danno alla reputazione dei porti spagnoli e dell'intero Paese, dato che - ha sottolineato il dicastero - in un settore come la logistica dove la prevedibilità del flusso di traffico delle merci è essenziale, si è verificata una perdita di affidabilità causata dall'interruzione del lavoro sulle banchine.
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- Il ministero ha confermato che lo stop dell'attività nei porti ha indotto sia le compagnie di navigazione che i terminalisti portuali a riprogrammare le loro attività, cosa che ha determinato la riduzione al minimo delle operazioni di carico e scarico delle navi. Il dicastero ha rilevato che, ad esempio, la compagnia Maersk Line ha dirottato il viaggio inaugurale della sua nave Madrid Maersk di classe “Triple-E”, che con una capacità di carico pari a circa 20.600 container teu è una delle portacontainer più grandi del mondo, dal porto spagnolo di Algeciras a quello marocchino di Tanger Med. E, complessivamente, Maersk Line ha dirottato un totale di 15 navi il cui scalo era stato programmato in origine ad Algeciras; inoltre - ha sostenuto il dicastero - la compagnia danese ha anche deciso di spostare definitivamente su Tanger Med un traffico di 150mila movimentazioni all'anno e, a seguito di questa decisione, il porto di Algeciras registrerà mezzo milione di movimentazioni in meno di quanto previsto prima delle giornate di sciopero di questa settimana e di quelle effettuate in precedenza.
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- Il ministero ha ricordato che annualmente nel porto di Algeciras sono registrati 3.172.000 movimenti di container, di cui 2.400.000 teu corrispondono alla sola Maersk Line, la quale – puntualizza la nota governativa - per potenziare le attività della compagnia nel porto marocchino vi ha trasferito due gru in precedenza installate sulle banchine del porto egiziano di Port Said.
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- Il dicastero ha rilevato che questi dati sul trasferimento definitivo di navi e traffici containerizzati confermano i rischi evidenziati dal ministero nel caso si fossero verificati scioperi e rallentamenti dell'attività nei porti. «Il trasferimento definitivo delle navi che inizia a verificarsi, come sta accadendo per il porto di Algeciras - ha denunciato il ministero - arrecherà gravi danni all'economia, un impatto negativo importante per il porto e per l'intera regione dell'Andalusia, così come per i posti di lavoro nel settore portuale».
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- «La decisione dei sindacati di proseguire lo sciopero - ha osservato il ministero - sta colpendo in maniera diretta e definitiva l'occupazione nei porti. Pertanto il Ministero dello Sviluppo economico invita nuovamente sindacati e datori di lavoro a tornare al più presto al dialogo, a revocare lo sciopero e a ripristinare la normale attività nei porti spagnoli. Mantenere lo sciopero nelle circostanze attuali - ha concluso il dicastero - significa la perdita di posti di lavoro, per cui ci si appella alla responsabilità di entrambe le parti per porre fine a questa situazione».
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