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Brexit, gli spedizionieri britannici chiedono al loro governo di assicurare che il Regno Unito rimanga nell'unione doganale dell'UE
Si temono l'imposizione di tariffe, maggiori controlli alle frontiere, l'introduzione di dichiarazioni doganali e di ulteriore burocrazia
19 giugno 2017
Le case di spedizione britanniche esortano i negoziatori del Regno Unito incaricati di trattare l'uscita della nazione dall'Unione Europea, che è stata decisa con referendum quasi un anno fa, a raggiungere un accordo affinché il Regno Unito rimanga all'interno dell'unione doganale dell'UE.
«Nel corso del weekend - ha affermato il direttore generale della British International Freight Association (BIFA), Robert Keen, ricordando che oggi a Bruxelles sono stati avviati i negoziati sulla Brexit - abbiamo sentito il cancelliere dello Scacchiere britannico, Philip Hammond, smentire le speculazioni sul fatto che il Regno Unito potrebbe mirare ad una Brexit “morbida” e continuare a far parte dell'unione doganale e del mercato unico dell'Unione Europea. Come molti - ha sottolineato Keen - la BIFA ritiene che i vantaggi economici del mercato unico dell'Unione Europea, che consente la libera circolazione delle merci, dei servizi, del capitale e delle persone, e dell'unione doganale, che permette il libero scambio di merci all'interno dell'UE, dovrebbero essere salvaguardati sinché, alla fine, non sarà concordato e messo in atto un accordo finale tra il Regno Unito e l'UE».
«Alla luce della confusione determinata dai risultati delle recenti elezioni e dalla mancanza di un chiaro mandato dell'elettorato del Regno Unito - ha proseguito il rappresentante dell'associazione degli spedizionieri britannici - Mr Hammond e e gli altri dovrebbero cercare di convincere i loro colleghi a rivedere la decisione di lasciare l'unione doganale dell'UE, come indicato da Theresa May nel suo discorso alla Lancaster House a gennaio».
«Scambi commerciali internazionali efficienti ed efficaci - ha sottolineato Keen - hanno bisogno di fluidità ai confini e la BIFA teme che lasciare l'unione doganale porterà all'imposizione di tariffe, controlli alle frontiere, dichiarazioni doganali e burocrazia a carico delle numerose imprese britanniche che operano all'interno dell'UE nonché degli associati della BIFA che forniscono i servizi logistici che sostengono questi commerci».
La BIFA teme tuttavia che i negoziatori britannici non abbiano sufficiente potere negoziale per ottenere il mantenimento del Regno Unito nell'unione doganale dell'UE: «come altri hanno già rilevato - ha spiegato Keen - il fallimento della tornata elettorale nell'assicurare un forte mandato ha lasciato il team del Regno Unito delegato alla Brexit in una posizione negoziale molto indebolita».
«A nome dei suoi associati - ha concluso Keen - la BIFA raccomanda che il governo debba mantenere una visione aperta sulle soluzioni necessarie per il periodo post Brexit, piuttosto che gettare il bambino con l'acqua sporca assumendo un atteggiamento intransigente sull'adesione all'unione doganale».
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