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Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, no alla liberalizzazione del lavoro in autoproduzione nelle operazioni marittime e portuali
Secondo AssArmatori, invece, le compagnie armatoriali dovrebbero poter utilizzare il personale di bordo per effettuare operazioni portuali ove ciò fosse reso possibile dalle regole di sicurezza marittima
22 febbraio 2018
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno confermato la loro decisa contrarietà alla liberalizzazione delle autorizzazioni del lavoro in autoproduzione nelle operazioni marittime e portuali. Riferendosi al regolamento sull'equo accesso alle banchine su cui sta lavorando l'Autorità di Regolazione dei Trasporti e sui cui si stanno esprimendo le associazioni del settore, le tre organizzazioni sindacali hanno manifestato la loro preoccupazione circa «le recenti dichiarazioni della neo costituita associazione datoriale AssArmatori che, in assenza del regolamento ministeriale che regola le concessioni portuali alle cosiddette imprese ex articolo 18 previste dalla legge 84/94 sui porti - hanno rilevato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - creano ulteriore confusione circa le competenze attribuibili sulla materia all'Autorità».
«Da sempre - hanno ricordato i sindacati - per noi l'autoproduzione deve essere autorizzata solo nei porti dove non sia possibile avvalersi dei lavoratori portuali, come già ribadito nei contratti di lavoro internazionali del settore marittimo, e comunque l'autoproduzione può essere autorizzata, solo per ogni singola “toccata”, alle navi dotate di mezzi adeguati alle operazioni da svolgere, con personale esclusivamente dedicato all'esercizio di tali operazioni, non fungibile, assunto con libretto di navigazione e aggiunto in tabella minima di sicurezza. Un'impostazione diversa - hanno sottolineato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - metterebbe seriamente a rischio gli equilibri degli organici dei porti e sottrarrebbe marittimi dal compito, contrattuale e normativo, riferito alla conduzione e all'ordinaria manutenzione della nave».
Secondo i tre sindacati infine, «il sistema di relazioni industriali tra le parti deve saper cogliere i bisogni reali e complessivi, in un contesto in continua evoluzione, incentrando il confronto sul tema del rilancio “post crisi” e sulle regole contrattuali con il quale svilupparlo. Questo sopratutto alla vigilia del primo incontro per l'apertura formale del negoziato per il rinnovo del contratto nazionale del comparto marittimo, scaduto il 31 dicembre scorso ed in vista del rinnovo di quello dei lavoratori dei porti che scade alla fine del 2018».
Presentando le proprie osservazioni e proposte nell'ambito del procedimento avviato dall'Autorità di Regolazione dei Trasporti finalizzato all'adozione di un atto di regolazione contenente il quadro metodologico e i criteri da applicarsi al sistema nazionale della portualità, per garantire l'accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture portuali, la nuova associazione armatoriale italiana AssArmatori, che è stata costituita all'inizio di quest'anno, ha rilevato tra l'altro l'opportunità «affinché l'Autorità, quale ente indipendente competente in materia di accesso alle infrastrutture, voglia anche indicare nel provvedimento i criteri oggettivi in forza dei quali le Autorità di Sistema Portuale debbano rilasciare o meno la cosiddetta autorizzazione in autoproduzione relativamente alle attività di rizzaggio e derizzaggio a bordo. La disciplina di dette attività in ambito portuale, infatti - ha evidenziato AssArmatori - conosce ad oggi diverse interpretazioni e prassi nei diversi porti italiani».
Secondo l'associazione armatoriale, «dovrebbe essere libera la scelta delle compagnie armatoriali di utilizzare il personale di bordo per effettuare operazioni portuali ove ciò fosse reso possibile dalle regole di sicurezza marittima. Siamo consapevoli - ha precisato AssArmatori - delle possibili ricadute sul lavoro portuale ma, allo stesso tempo, crediamo che il diritto alla auto-produzione non possa essere né inciso né escluso. Infine - ha concluso l'associazione - l'incertezza dovuta a diverse prassi amministrative è foriera di evidenti distorsioni nel mercato dei trasporti marittimi, per cui si richiede un puntuale intervento in tale senso nel provvedimento in questione».
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