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Porto di Genova, scongiurato lo sciopero dell'autotrasporto, ma si profila il rischio del blocco dei lavori del Terzo Valico
I rappresentanti del Movimento 5 Stelle ribadiscono l'intenzione di chiudere i cantieri
6 marzo 2018
Se oggi il porto di Genova registra l'esito positivo dell'accordo che cancella lo sciopero degli autotrasportatori che movimentano il traffico containerizzato via strada tra lo scalo portuale e i mercati interni, azione di protesta che era stata proclamata per l'8, 9 e 10 marzo prossimi, una minaccia più a lungo termine per i collegamenti ferroviari del porto del capoluogo ligure sembra profilarsi dopo l'esito delle elezioni politiche svoltesi domenica scorsa.
L'intesa con l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per creare un centro di servizi per gli autisti di Tir nel piazzale antistante il terminal VTE a Genova, che ha indotto i sindacati a revocare lo sciopero, è - hanno sottolineato i segretari nazionali della Filt Cgil, Giulia Guida e Natale Colombo - «un accordo molto positivo». «Adeguare le infrastrutture di servizio come strade, autostrade, porti ed interporti con aree ben attrezzate - hanno evidenziato - incrementa la qualità nei trasporti e garantisce la sicurezza sul lavoro ed alla circolazione stradale».
«Inoltre - hanno aggiunto i due dirigenti nazionali della Filt - intervenire sulla qualità delle infrastrutture con la creazione di un centro servizi e di moduli abitativi significa anche migliorare le condizioni di lavoro e la qualità del riposo dell'autista. Gli spazi e le leve che la riforma dei porti offre al miglioramento delle condizioni del lavoro del settore sono enormi e vanno assolutamente sfruttati. Infrastrutture e servizi - hanno concluso Guida e Colombo - rappresentano il punto cruciale su cui va sviluppata l'economia dei porti italiani e l'accordo citato va preso a riferimento e realizzato in tutto il Paese».
A questa positiva novità nel campo dei servizi di autotrasporto se ne aggiunge una di tenore opposto nel campo delle infrastrutture ferroviarie. Si prospetta infatti un possibile stop ai lavori per la costruzione del Terzo Valico, la nuova linea ferroviaria ad alta capacità che collegherà il porto di Genova con la Piana di Novi Ligure in Pianura Padana nell'ambito del Corridoio Reno-Alpi della rete infrastrutturale europea TEN-T.
A prospettare il blocco dei cantieri è stata Alice Salvatore, presidente del gruppo consiliare in Regione Liguria del Movimento 5 Stelle, forza politica uscita vincente dalle elezioni di domenica avendo ottenuto il 32,7% dei voti per il rinnovo della Camera e il 32,2% per il Senato, con quote plurinominali che nella circoscrizione della Liguria sono risultate pari rispettivamente al 30,12% e al 29,62%. Da tempo il M5S ha manifestato la volontà di opporsi alla prosecuzione dei lavori e, forte dell'esito elettorale, Salvatore ha confermato questa intenzione.
È un proposito che ha suscitato la preoccupazione delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali. «Siamo lieti - ha commentato il segretario generale Cisl Liguria, Luca Maestripieri - che la portavoce dei pentastellati abbia dichiarato di non essere contraria alle grandi opere a prescindere, ma di osteggiare solo quelle che il Movimento giudica inutili. È su questo concetto però - ha precisato Maestripieri - che occorre discutere, perché il Terzo Valico ferroviario, che Alice Salvatore vorrebbe bloccare, inutile non lo è. Il fatto che ci siano state inchieste e arresti, che la cattiva gestione dei lavori abbia portato la magistratura a indagare, non significa che l'opera sia inutile. Serve il massimo rigore sul tema della legalità, ma questo non deve diventare un alibi per non fare le cose. I lavoratori sono comunque vittime, da qualsiasi parte la si guardi, e di questo non si può non tener conto».
«Serve - ha proseguito Maestripieri - maggiore controllo, norme che evitino casi di corruzione, c'è bisogno di un nuovo modo di progettare le opere perché non impattino sul territorio più di quanto strettamente necessario, rispettandone gli abitanti. Ma fermare quanto già realizzato - ha sottolineato il rappresentante della Cisl Liguria - non sarebbe positivo per nessuno. Le linee ferroviarie attuali, infatti, non sono più sufficienti e, soprattutto, dimostrano ampiamente segni di vetustà. Crediamo sia necessario un confronto con tutte le forze politiche per chiarire il concetto che i grandi cantieri non sono solo lavoro “immediato” per i dipendenti delle società che li hanno in appalto, ma anche ossigeno per le aziende della Liguria che scontano un handicap infrastrutturale che è sotto gli occhi di tutti. Non buttiamo via il bambino con l'acqua sporca - ha concluso Maestripieri - non sprechiamo il lavoro degli operai, non mettiamo a rischio il futuro delle imprese che beneficerebbero dell'opera finita, incluse quelle che lavorano nel turismo, alla luce del fatto che il Terzo Valico dovrebbe diventare anche una linea passeggeri».
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