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Confetra aderisce all'iniziativa di Assoporti per scongiurare la tassazione delle entrate delle AdSP generate dalla riscossione dei canoni
Marcucci: «considerarle alla stregua di imprese private, assoggettandole così alla fiscalità generale, mi pare un esercizio davvero fantasioso»
16 aprile 2018
Confetra, la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, ha assicurato la propria adesione alla proposta di Assporti di un'iniziativa comune del settore marittimo e portuale italiano per scongiurare i danni al sistema portuale italiano che verrebbero causati dagli effetti di una procedura d'infrazione della Commissione Europea nei confronti dell'Italia volta ad assicurare che vengano tassate le entrate delle Autorità di Sistema Portuale generate dall'attività di riscossione dei canoni di concessione ( del 16 aprile 2018).
«Accogliamo positivamente - ha spiegato il presidente di Confetra, Nereo Marcucci - la proposta lanciata dal presidente di Assoporti, Zeno D'Agostino: il cluster marittimo contrasti unitariamente, ed auspicabilmente accanto ad un governo forte ed autorevole, questa incomprensibile posizione della DG Competition della Commissione UE sui porti italiani. Le AdSP - ha rilevato Marcucci - sono pubblica amministrazione centrale dello Stato, detengono poteri tipicamente pubblici di regolazione, ordinanza e vigilanza. Quale articolazione amministrativa dello Stato svolgono attività di riscossione canoni e diritti, hanno una governance interamente istituzionale nominata da governo ed enti locali. Considerarle alla stregua di imprese private, assoggettandole così alla fiscalità generale, mi pare un esercizio davvero fantasioso».
«Non vorrei - ha proseguito Marcucci - che questa “creatività” interpretativa della Commissione fosse il frutto di pressioni ed interessi politici nazionali di Stati membri nostri competitors nei traffici marittimi e nella logistica. Mi pare questo uno di quei classici casi in cui un Paese è chiamato a fare sistema per difendere, a Bruxelles, le proprie fin troppo evidenti ragioni. Gli effetti nefasti di una simile incomprensibile posizione, infatti - ha sottolineato il presidente di Confetra - colpirebbero le Autorità di Sistema, i terminalisti, i concessionari, gli operatori di manovra ferroviaria, ovviamente l'armamento, togliendo competitività ai porti ed a tutta la filiera logistica che da essi poi si dirama verso imprese e consumatori».
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