- Ieri a Roma, presso la sede della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), si è tenuto un incontro tra armatori e investitori istituzionali per avviare un confronto sulle opportunità di investimenti nello shipping. Alla riunione hanno partecipato esponenti tra i maggiori operatori domestici ed internazionali di private equity e private debt (Azimut, Bain Capital, Dea Capital, Fortress, HIG, Muzinich, Oaktree Capital, Riello Investimenti, RiverRock, Ver Capital SGR; nonché tre investitori istituzionale di matrice pubblica, CDP, FII e Simest, quest'ultima recentemente attiva nello shipping).
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- Aprendo i lavori il presidente di Confitarma, Mario Mattioli, ha sottolineato l'importanza del Registro Internazionale per l'industria armatoriale italiana: senza tale strumento e senza le misure che garantiscono alle aziende armatoriali di poter competere sui mari del mondo alla pari con le principali marinerie concorrenti - ha rilevato - qualsiasi discorso legato ad investimenti nel settore verrebbe meno dato che la flotta di bandiera italiana nel giro di poco tempo verrebbe trasferita all'estero. «Confitarma - ha ricordato Mattioli - si è molto spesa per ottenere provvedimenti volti a rilanciare la competitività delle nostre navi e molto si sta spendendo per salvaguardare tali misure indispensabili per la sopravvivenza di una flotta battente bandiera italiana».
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- Nel corso del dibattito i rappresentanti del settore armatoriale hanno evidenziato l'esigenza che l'investitore condivida sempre le decisioni con l'armatore che è portatore di competenza, know-how e storia tenendo conto della natura internazionale del traffico marittimo i cui trend sfuggono spesso al controllo dell'armatore. Inoltre, è stato rimarcato che il valore del know-how di una azienda armatoriale è spesso misurato proprio dalla capacità della stessa, soprattutto in alcuni segmenti sofisticati, di preservare i propri rapporti con una clientela altamente selettiva sia nei processi di approvazione che di scelta delle proprie controparti armatoriali.
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- Tra gli interventi, Raffaele Rinaldi, responsabile Ufficio Crediti dell'ABI - Associazione Bancaria Italiana, nel sottolineare la complessità delle norme che regolano sia le banche che lo shipping, ha affermato che in futuro il credito bancario sarà integrato anche da altre fonti di finanziamento diretto alle aziende anche se comunque il sistema bancario è legato al mondo armatoriale e continuerà a rappresentare una componente importante del funding.
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- Al termine dell'incontro è stato auspicato che, così come con le banche, venga costituito un tavolo permanente con gli investitori istituzionali al fine di potersi confrontare periodicamente al fine di rendere proattiva tale cooperazione.
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