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Il cedimento della linea ferroviaria a Rastatt ha causato perdite per la catena logistica ferroviaria pari ad oltre due miliardi di euro
Lo evidenzia uno studio commissionato da ERFA, NEE e UIRR
23 aprile 2018
Il cedimento della linea ferroviaria a Rastatt, in Germania, che è avvenuto la scorsa estate e che tra il 12 agosto e il 2 ottobre ha causato notevoli ostacoli al trasporto ferroviario in Europa, ha determinato perdite per la catena logistica ferroviaria del trasporto merci ammontate ad un totale di 2.048 milioni di euro. Lo sottolinea uno studio realizzato dalla società Hanseatic Transport Consultancy (HTC) per conto delle associazioni ferroviarie European Rail Freight Association (ERFA), Netzwerk Europäischer Eisenbahnen (NEE) e International Union for Rail-Road Combined Transport (UIRR), specificando che perdite per 969 milioni di euro sono state registrate dalle società ferroviarie e logistiche, per 771 milioni nel settore manifatturiero e per altri 308 milioni di euro in altri comparti d'attività, tra cui quelli delle società di gestione delle infrastrutture e degli operatori dei terminal.
Il rapporto evidenzia che questi danni sono stati causati dalla necessità di individuare linee alternative di trasporto e da una crescita dei costi, in quanto non erano disponibili piani di emergenza né linee ferroviarie alternative praticabili, e denuncia che l'interruzione a Rastatt dimostra l'assoluta inadeguatezza del coordinamento delle attività e dei progetti di costruzione di infrastrutture. Benché molti flussi di traffico ferroviario merci siano internazionali - osserva lo studio - i gestori delle infrastrutture si comportano ancora, prima di tutto, come se le “regole del gioco” fossero nazionali. Inoltre lo studio sottolinea che la maggior parte di linee alternative che a ragione sono state richieste dopo il cedimento avvenuto a Rastatt sono stati rifiutate perché ritenute troppo costose.
L'interruzione della linea - specifica lo studio - ha avuto un impatto immediato sulle economie di Germania, Svizzera e Italia e tale impatto non è stato negativo come avrebbe potuto essere dato che gli operatori si confrontano comunque giornalmente con eventi che ostacolano il traffico ferroviario delle merci e quindi sono preparati ad affrontare intoppi che purtroppo fanno parte del business quotidiano. Inoltre un impatto negativo sugli operatori e sul mercato è stato determinato anche dalla mancanza di chiarezza su quanto tempo sarebbe stato necessario per ripristinare il traffico sulla linea interrotta.
Il presidente dell'UIRR, Ralf-Charley Schultze, ha rimarcato che la fiducia dei mercati nei confronti del trasporto ferroviario e del trasporto combinato può essere ripristinata solo adottando a livello europeo adeguate procedure di gestione delle emergenze, procedure - ha precisato - che devono includere uno strumento finanziario per assistere immediatamente le parti interessate che devono sostenere costi aggiuntivi, aziende che non dispongono di risorse tali da poter sostenere queste spese per un periodo prolungato.
Anche Carole Coune, segretario generale facente funzioni dell'ERFA, ha evidenziato la necessità di risarcire prontamente le imprese danneggiate da questi eventi, ha sollecitato la stesura di piani di emergenza ed ha chiesto un miglioramento dell'attività delle società che gestiscono le infrastrutture ferroviarie.
L'amministratore delegato della NEE, Peter Westenberger, ha ammonito a non archiviare troppo in fretta l'incidente di Rastatt, in quanto la lista dei rimedi a tali eventi è incompleta e non è ancora chiaro se i gestori delle infrastrutture nazionali li abbiano davvero messi in pratica. In particolare, Westenberger ha rilevato che in questo elenco non sono incluse importanti esigenze della logistica ferroviaria, in primo luogo quella di un coordinamento transfrontaliero dei lavori di costruzione delle reti ferroviarie, ma anche la necessità di risarcire i costi aggiuntivi determinati da deviazioni del traffico ferroviario e di sviluppare ulteriori linee ferroviarie in grado di accogliere il flusso di traffico deviato a causa dell'apertura di cantieri. «Ogni singolo giorno di inattività durante l'incidente di Rastatt - ha concluso Westenberger - ha causato danni per circa 40 milioni di euro in Europa. Quindi deve essere chiaro che un incidente analogo a quello di Rastatt non deve verificarsi mai più».
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