- Le associazioni del cluster marittimo-portuale italiano, a seguito della lettera della Commissione Europea al governo italiano con la quale si richiede la modifica del Testo Unico delle imposte dirette nella parte che esonera gli enti pubblici dal pagamento delle imposte, hanno denunciato che «far apparire le Autorità di Sistema Portuale come imprese impegnate in attività economiche è giuridicamente sbagliato rispetto alla normativa vigente e alle scelte chiaramente contenute e ancor recentemente ribadite nella legislazione nazionale. Si rischia quindi soltanto di alimentare inaccettabili tentativi di modificare il modello pubblicistico dei porti italiani».
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- In particolare, in una nota a firma di Assoporti, Assologistica, Assiterminal, AssArmatori, Assocostieri, Ancip, Assogasliquidi, Antep, Angopi, Confetra, Confitarma, Federagenti, Federazione del Mare, Fise-Uniport, Fedepiloti, Fedespedi e Unione Piloti, le associazioni del cluster sottolineano che «considerare l'attività di riscossione delle Autorità di Sistema Portuale alla pari delle attività d'impresa di diritto privato ha come conseguenza diretta quella di creare incertezze nel dato normativo vigente in danno degli operatori, mettendo quindi in pericolo i positivi risultati derivanti dalla recente riforma della portualità fortemente voluta e sostenuta dal ministro Delrio».
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- Le associazioni hanno concluso sottolineando di essere «unite e compatte nel respingere al mittente le richieste che giungono da Bruxelles e mettono a disposizione del governo tutte le proprie competenze a tutela del bene pubblico».
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