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Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, altissima l'adesione allo sciopero nei porti italiani
È - hanno sottolineato i sindacati - una risposta iniziale molto decisa e convinta da parte dei lavoratori portuali e marittimi
11 maggio 2018
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno evidenziato il successo dello sciopero odierno nei porti italiani. «È - hanno reso noto i tre sindacati - altissima l'adesione, fino al 100% in molti porti, allo sciopero nazionale dei lavoratori marittimi, portuali e dei servizi tecnico nautici», protesta che - hanno precisato - è stata «accompagnata da manifestazioni in molte città portuali e con varie delegazioni che si sono recate presso le prefetture locali per sollecitare il governo ad avviare un confronto sulle questioni alla base dello sciopero».
«L'adesione altissima - hanno sottolineato le tre organizzazioni sindacali - è una risposta iniziale molto decisa e convinta da parte dei lavoratori portuali e marittimi contro il non rispetto delle procedure che sottendono l'autoproduzione e l'ipotesi di manomettere la riforma portuale e di asservirla ad interessi di parte. Una protesta che incassa la solidarietà di altri settori della filiera trasporti e del sindacato internazionale e che dimostra come il mondo del lavoro abbia una capacità di visione e di prospettiva più ampia di tutti quei soggetti, istituzionali e imprenditoriali, che traguardano i propri obiettivi, non all'interesse comune ma di pochi, non a progetti di medio lungo periodo, ma alla durata del proprio mandato».
«Ora - hanno rilevato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - si rafforza l'azione politica e negoziale, basata su strumenti legislativi e contrattuali che devono essere rispettati ed applicati, per evitare che il Paese arretri ulteriormente, perdendo altre occasioni di competitività che per noi valgono molto in termini di buona occupazione, sicurezza sul lavoro, reddito e stabilità».
Il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, ha osservato che «lo sciopero di oggi, che ha unito i lavoratori marittimi e quelli dei porti, segna una svolta importante, ed è una prima iniziativa di mobilitazione contro l'immobilismo del Ministero dei Trasporti e la compiacenza delle autorità competenti. Le regole esistenti - ha aggiuknto Tarlazzi - devono essere applicate affinché l'autoproduzione non sia autogestita dagli armatori e non diventi sinonimo di sfruttamento e di pericolosissimo abbassamento dei livelli di sicurezza sul lavoro del personale marittimo imbarcato. Né tanto meno essa deve significare lo squilibrio degli organici dei porti, che finirebbe con l'incidere sui conti pubblici, per un maggior utilizzo della indennità di mancato avviamento dei lavoratori portuali».
«Su questo - ha concluso il rappresentante di Uiltrasporti - chiediamo l'intervento immediato delle istituzioni e contemporaneamente chiediamo l'intervento immediato sugli incidenti sempre più frequenti nei porti, con l'emanazione urgente degli aggiornamenti ai decreti 271 e 272, pronti ormai da molto tempo. Chiediamo, infine, che le autorità competenti svolgano ed interpretino il proprio ruolo nell'interesse generale della portualità e delle attività marittime, coerentemente ai dettami del nostro ordinamento».
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