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Assotir, aumenti delle accise sul gasolio e dell'Iva infliggerebbero un duro colpo all'autotrasporto
L'associazione ha manifestato preoccupazione anche per l'attuale fase di stallo politico
16 maggio 2018
L'associazione dell'autotrasporto Assotir ha lanciato un appello al prossimo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti avvertendo che un aumento delle accise sul gasolio sarebbe drammatico per il settore e quello dell'Iva avrebbe effetti negativi per i consumi. Evidenziando che l'autotrasporto rappresenta un settore fondamentale per l'economia italiana (vale il 4% del PIL), il segretario generale dell'associazione, Claudio Donati, ha ricordato che «in Italia le imposte sul carburante ammontano già al 62%, cifra record nell'UE. Serve invece - ha rilevato - un costo del trasporto definito da un'autorità terza».
Assotir ha manifestato preoccupazione anche per l'attuale fase di stallo politico che preoccupa il mondo dell'autotrasporto in attesa dell'insediamento di un nuovo governo. L'associazione teme tuttavia che, come prospettato da diversi osservatori, tra i primi provvedimenti del nuovo governo potrebbero esserci aumenti dell'IVA e delle accise sui carburanti per far quadrare i conti dello Stato. «Sarebbe - ha ribadito Donati - una sciagura. Attualmente, sul costo di un litro di gasolio l'incidenza delle tasse (IVA e accise) è di oltre il 62%: su un euro pagato alla pompa, 62 centesimi vanno allo Stato. Se consideriamo i veicoli a cui viene consentita la compensazione delle accise (veicoli da Euro 3 a Euro 6), questi, comunque, versano allo Stato circa il 56% di ogni euro speso in gasolio. Sono cifre esagerate: l'Italia, tra tutti i Paesi dell'Unione Europea, è quello che impone il più alto livello di accise».
Assotir ha ricordato inoltre che in dieci mesi, da luglio 2017 ad aprile scorso, il prezzo del gasolio è aumentato di oltre l'8% e - ha osservato Donati - gli effetti probabili di un ulteriore rincaro dovuto a nuove imposte sarebbero devastanti: «anzitutto - ha spiegato - molte piccole imprese non reggerebbero l'urto e fallirebbero. In secondo luogo, per chi ha la possibilità, questa decisione sarebbe un incentivo a fare rifornimento all'estero, dove il gasolio costa meno proprio grazie al minor carico fiscale. Inoltre, a trarne vantaggio sarebbe anche la malavita organizzata, poiché già oggi oltre il 10% del gasolio che circola in Italia è di provenienza illegale, con inevitabili conseguenze sull'ambiente».
L'associazione ha sottolineato inoltre che gli aumenti dei costi non vengono assorbiti dal mercato: «le tariffe di trasporto sono ferme, se non addirittura in lieve calo, e diventano semplicemente un aumento di costi a carico del trasportatore».
Per Assotir, sono comunque molteplici i problemi su cui il prossimo governo dovrà intervenire per rinvigorire il settore dell'autotrasporto: «ci sono - ha precisato Donati - problemi annosi da cui siamo afflitti, come l'impossibilità di vedersi riconosciuta una equa remunerazione dell'attività svolta. Per Assotir è fondamentale la battaglia per avere un costo del trasporto definito da un'autorità terza; ciò consentirebbe di avere un punto di riferimento sia per il vettore che per il suo committente, al fine di salvaguardare la sicurezza del mercato e soprattutto la sua trasparenza, come ha recentemente stabilito anche la Corte Costituzionale».
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