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Dopo otto trimestri consecutivi di crescita, in calo il commercio internazionale di merci del G20
Nel secondo trimestre di quest'anno l'export ha segnato -0,6% e l'import -0,9%
29 agosto 2018
Dopo otto trimestri consecutivi di crescita, nel secondo trimestre del 2018 il commercio internazionale di merci delle nazioni del G20 ha registrato una flessione. L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha reso noto che nel periodo il valore delle esportazioni del G20, corretto tenendo conto delle variazioni stagionali, è ammontato a 3.741,7 miliardi di dollari (-0,6%) e il valore delle importazioni è risultato di 3.785,7 miliardi di dollari (-0,9%).
In particolare, nel secondo trimestre di quest'anno le esportazioni sono cresciute in Arabia Saudita (+9,7%), India (+5,7%), Stati Uniti (+4,4%), Canada (+4,4%), Russia (+1,2%) e Australia (+1,2%), mentre sono risultate in forte calo in Argentina (-19,9%), Brasile (-9,0%) e Regno Unito (-6,9%) e in diminuzione anche in Cina (-2,8%) e Unione Europea (-1,9%), con un -1,7% relativamente alla sola Italia.
Le importazioni hanno mostrato una contrazione nella maggior parte delle economie del G20, in particolare in Turchia (-9,4%) e in Brasile (-6,5%) e sono aumentate solo in India (+2,9%), Canada (+1,4%), Messico (+1,4%), Giappone (+1,2%) e Indonesia (+1,2%). Per l'Italia il dato percentuale dell'export è del -0,8% e per tutta l'UE del -1,7%.
L'OCSE ha spiegato che il calo generalizzato del commercio internazionale delle merci può essere in parte spiegato dal significativo deprezzamento nel corso del secondo trimestre del 2018 di un certo numero di valute rispetto al dollaro USA, in particolare del peso argentino (-18%), della lira turca (-15%), e del real brasiliano (-11%), i cui effetti - ha precisato l'OCSE - sono stati parzialmente compensati dall'aumento del prezzo del petrolio, prezzo che, con riferimento Dubai Crude, nel secondo trimestre di quest'anno è aumentato a 71,6 dollari al barile rispetto ai 64,0 dollari del trimestre precedente.
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