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Fedespedi, no all'estensione “tout court” delle deroghe alla normativa antitrust per i consorzi tra compagnie marittime
La Commissione Europea - concorda Confetra - non può sottrarsi al suo compito di arbitro del mercato
20 dicembre 2018
Fedespedi, la federazione nazionale delle case di spedizione italiane, ha espresso contrarietà in linea di principio all'estensione “tout court” oltre il termine previsto delle attuali deroghe alla normativa antitrust per i consorzi tra le compagnie di navigazione, regime di cui nel 2014 la Commissione UE ha fissato la scadenza al 25 aprile 2020 ( del 25 giugno 2014).
Ricordando che tale posizione è sostenuta da Confetra a livello nazionale e dal CLECAT a livello europeo, Fedespedi ha spiegato di ritenere piuttosto «che la Commissione Europea debba definire al più presto linee guida chiare e trasparenti e sistemi di monitoraggio e controllo effettivo per il settore, perché si evitino e si scoraggino comportamenti potenzialmente collusivi e oligopolistici, a discapito dell'efficienza delle supply chain. D'altra parte, le norme europee (art. 81 par.3 del Trattato costitutivo della Comunità Europea e successivo art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea) - ha ricordato la federazione degli spedizionieri - già ammettono la possibilità di dare vita ad accordi o pratiche coordinate, a condizione che contribuiscano “a migliorare la produzione o la distribuzione dei prodotti o a promuovere il progresso tecnico o economico”».
Fedespedi ha evidenziato che negli ultimi dieci anni il mercato del trasporto marittimo è profondamente cambiato, con l'abolizione delle conference, il fallimento di grandi compagnie marittime, la corsa al gigantismo navale e la recente formazione di tre grandi alleanze armatoriali che - ha sottolineato - «hanno, di fatto, reso obsoleto l'attuale regolamento di esenzione per i Consorzi ((CE) n. 906/2009, noto come “Consortia Block Exemption Regulation”) e creato un forte sbilanciamento contrattuale a favore delle compagnie di navigazione, a scapito di porti, terminalisti e logistica in generale».
«Un mercato ristretto a pochi grandi player - ha denunciato il presidente di Fedespedi, Roberto Alberti - non può essere sinonimo né di concorrenza, né di libertà contrattuale. L'ultima evoluzione del mercato dello shipping, con la creazione di tre alleanze che agiscono, nella sostanza, come oligopoli, ha creato una situazione insostenibile; a pagarne il prezzo più alto è la merce, con una sempre minore possibilità di scelta e un servizio spesso di bassa qualità in termini di tempistiche, flessibilità ed efficienza. L'UE deve vigilare e garantire una reale concorrenza nel settore dello shipping».
«La Commissione Europea - ha concordato il presidente di Confetra, Nereo Marcucci - non può sottrarsi al suo compito di arbitro del mercato: deve garantirne il pluralismo e deve eliminare ogni disuguaglianza di applicazione delle normative antitrust nel settore logistico. Non siamo pregiudizialmente contro la proroga - ha precisato Marcucci - sempre che ovviamente i benefici per il mercato che da essa sarebbero scaturiti siano dimostrati e misurati. Siamo, invece, contro una proroga “senza condizioni”, che quindi non si ponga il problema di evitare che le grandi alleanze tra shipping line possano utilizzare tale deroga alla normativa comunitaria antitrust per riprodurre lato terra le stesse condizioni oligopolistiche che oggi si registrano lato mare. Condividiamo quindi integralmente le conclusioni e le raccomandazioni del Rapporto ITF OCSE».
Fedespedi ha ricordato che proprio l'International Transport Forum dell'OCSE, nel suo ultimo rapporto sull'impatto delle alleanze sul trasporto container, infatti, ha denunciato un processo di verticalizzazione dei grandi armatori, i quali tendono a sfruttare la propria posizione dominante e meno vincolata per controllare ogni anello della catena logistica, in mare e a terra ( del 2 novembre 2018). Basti pensare, ad esempio - ha rilevato Fedespedi - a come la ricerca di economie di scala nel trasporto marittimo (con l'utilizzo delle mega-navi) abbia creato diseconomie nelle infrastrutture a terra (sovraccarico dei grandi porti, intasati dai container, e abbandono dei porti - la maggioranza - non idonei, per dimensioni, a questo nuovo tipo di navi) o alla tendenza delle grandi compagnie ad offrire e gestire servizi e infrastrutture strategiche a terra.
Oggi scade il termine della consultazione sul Regolamento di esenzione per categoria per i consorzi di compagnie marittime containerizzate promossa lo scorso 27 settembre 2018 dalla Commissione Europea ( del 27 settembre 2018). Fedespedi, Confetra e CLECAT hanno partecipato alla consultazione dando parere negativo all'ipotesi di una proroga “incondizionata” del Regolamento. Fedespedi ha specificato che, inoltre, in questi mesi la federazione italiana degli spedizionieri ha contribuito a definire in sede europea - lavorando insieme al CLECAT, che presto pubblicherà un position paper su questo argomento - la posizione della categoria dei freight forwarders.
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