- Dopo il voto di ieri sera al Palazzo di Westminster a Londra dei parlamentari della Camera dei Comuni, che hanno bocciato l'accordo stretto con l'UE dal governo guidato da Theresa May per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, anche la Freight Transport Association (FTA), l'associazione che rappresenta le imprese britanniche del settore della logistica, ha manifestato preoccupazione ed ha sollecitato i politici «ad assumere una decisione che dia sostegno alle attività della nazione, pena il rischio di mettere in pericolo la piattaforma commerciale e l'economia del Regno Unito».
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- «Un mancato accordo sulla Brexit - ha spiegato l'amministratore delegato della FTA, James Hookham - sarebbe molto dannoso per il commercio, per gli affari e per la Gran Bretagna. Senza una soluzione chiara per ciò che accadrà dopo, il rischio di un mancato accordo è aumentato in modo significativo ed i problemi che ciò causerebbe alle imprese, che ora non hanno praticamente tempo per prepararsi, sarebbero catastrofici per la supply chain del Regno Unito, sulla quale tutti noi confidiamo».
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- «Esattamente due anni fa, nel discorso alla Lancaster House - ha ricordato Hookham - la signora May ha promesso che la libertà di scambi commerciali sarebbe stato salvaguardata, indipendentemente dall'esito dei negoziati con l'UE: questa promessa non si è concretizzata. Un mancato accordo aumenterebbe i ritardi alle frontiere del Paese, aumenterebbe la burocrazia e i costi per le imprese logistiche che già operano con margini ristretti, limiterebbe l'accesso ai trasporti verso l'UE e ridurrebbe la forza lavoro disponibile per gli operatori logistici. Tutti aspetti problematici presi uno a uno. Tutti assieme, invece, costituirebbero una tempesta perfetta che potrebbe causare danni incalcolabili alle imprese e alle persone in tutto il Paese, non solo a quelli che operano direttamente con l'UE».
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- Hookham ha sottolineato che la logistica è un settore al centro dell'economia del Regno Unito: le aziende direttamente coinvolte o dipendenti in maniera rilevante dalla logistica, come la vendita al dettaglio e la produzione, costituiscono il 22% di tutte le società del Regno Unito e impiegano un terzo della forza lavoro della nazione. «Come settore - ha ricordato - negli ultimi due anni la logistica ha chiesto al governo chiarimenti sulle principali aree di scambio. Questioni come il modo in cui devono essere fatte le dichiarazioni doganali e come devono essere riscosse tariffe, i diritti di accesso per i trailer e per il personale del Regno Unito e come l'accesso debba essere garantito ai veicoli possono sembrare secondarie ad alcuni, ma in realtà hanno un impatto enorme sul modo in cui le merci e i servizi sono in grado di fluire liberamente tra il Regno Unito e il suo maggiore partner commerciale».
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- «La logistica - ha proseguito Hookham - non deve e non dovrà essere trattata come il “capro espiatorio” dei politici che negli ultimi due anni non hanno tenuto conto della complessità della supply chain. Gli operatori di tutte le dimensioni sono sempre pronti a fare il possibile per soddisfare i clienti, ma senza conoscere i parametri del mercato in cui sono e in cui lavoreranno, la pianificazione è stata resa quasi impossibile».
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- «Un mancato accordo sulla Brexit - ha concluso l'amministratore delegato della FTA - lascerebbe gli operatori logistici a dover far fronte ad una maggiore burocrazia, a restrizioni all'accesso al mercato e al personale qualificato, a maggiori ritardi e a costi crescenti e metterebbe a rischio il posto di lavoro di laboriosi britannici che si occupano del trasporto delle merci. Nessuno ha votato a favore di ciò e l'FTA esorta nuovamente il governo a raggiungere un accordo con l'UE che possa consentire che beni e servizi circolino praticamente senza ostacoli. Questo è quanto promesso due anni fa e questo è ciò che il settore si aspetta».
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