- Sulla sicurezza delle manovre delle navi dei porti e sulla necessità di continuare ad assicurarla attraverso il lavoro dei piloti dei porti evitando forme di autoproduzione da parte delle compagnie di navigazione si è incentrata l'assemblea odierna a Roma della Federazione Italiana Piloti dei Porti (Fedepiloti), con uno sguardo anche all'entrata in vigore avvenuta lo scorso 24 marzo del Regolamento europeo n. 352 del 2017 che istituisce un quadro normativo per la fornitura di servizi portuali, inclusi i servizi di pilotaggio, e norme comuni in materia di trasparenza finanziaria dei porti.
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- Parlando del tema dell'autoproduzione, il presidente di Fedepiloti, comandante Francesco Bandiera, ha evidenziato che i piloti, quando salgono a bordo di una nave, hanno un duplice obiettivo: oltre a tutelare gli interessi più che legittimi degli armatori - ha sottolineato – c'è «quello ancora più importante dell'interesse generale dello Stato attraverso la salvaguardia della vita umana in mare, dei beni materiali e ambientali, ed è solo la composizione di questi due interessi - ha specificato Bandiera - che deve essere realizzata garantendo la sicurezza dei porti e delle acque portuali».
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- Bandiera ha rimarcato che l'autoproduzione trova un suo naturale limite proprio nella sicurezza. «Eppure - ha lamentato il presidente di Fedepiloti - il prossimo 8 di maggio saremo a Palermo, da soli, a difendere l'impianto del pilotaggio italiano presso il consiglio di giustizia amministrativa proprio in una causa sull'autoproduzione appellata da un operatore privato che ha rilevato un trasporto marittimo pubblico regionale, in regime di monopolio, finanziato con fondi pubblici destinati anche a garantire la sicurezza nei porti attraverso il corretto utilizzo dei servizi tecnico-nautici».
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- Circa il Regolamento europeo 352/2017, Bandiera ha ricordato che la normativa «recepisce l'esigenza di istituire e mantenere servizi totalmente regolati nei porti degli Stati membri allorché si intendano perseguire interessi pubblicistici tra i quali la sicurezza portuale. Tale atto di diritto derivato dell'Unione Europea, infatti - ha rilevato - non ha alcuna esitazione a consentire agli Stati membri di imporre requisiti minimi alla fornitura del servizio, nonché limitazioni al numero di prestatori, in ragioni di preminenti obblighi di servizio pubblico». «Alla luce di questi principi - ha osservato il presidente di Fedepiloti - si evince ancora una volta la legittimata disciplina dei servizi di pilotaggio articolata nel nostro ordinamento, che individua un unico prestatore di servizio per porto, proprio per soddisfare esigenze di sinergia nella prestazione del servizio universale alla generalità degli utenti, ma in particolare esigenze di sicurezza inserite insieme ad esigenze di efficienza economica».
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- Nel suo intervento il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, si è detto dalla stessa parte di Fedepiloti e del suo presidente Bandiera: «è giusto ed è legittimo - ha affermato - che ci sia una concorrenza tra gli armatori, tra i grandi imprenditori del settore, ma la concorrenza - ha precisato Toninelli - non deve entrare in competizione con la sicurezza». «Non voglio neanche lontanamente - ha aggiunto il ministro - sentir parlare di una privatizzazione di un sistema portuale di sicurezza, che permette una maggiore velocità in sicurezza nell'arrivare in porto e nell'uscire dal porto».
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