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In diminuzione il numero delle perdite totali di navi, ma il numero di incidenti marittimi rimane elevato
Lo evidenzia il rapporto annuale per il 2018 di Allianz Global Corporate & Specialty
4 giugno 2019
Lo scorso anno il numero di perdite totali di navi ha segnato il livello più basso di questo secolo, ma il numero di incidenti marittimi resta elevato. Lo rileva il rapporto annuale “Safety and Shipping Review 2019” elaborato dal gruppo assicurativo Allianz specificando che nel 2018 si è verificata in tutto il mondo la perdita totale 46 grandi navi della stazza lorda di oltre 100 tonnellate, con un calo record del -50% sull'anno precedente, cifra che inoltre si situa del 55% al di sotto della media decennale di 104 unità.
La regione marittima della Cina meridionale, Indocina, Indonesia e Filippine rimane il luogo dove si registrano le più elevate perdite totali di navi (12 nel 2018). Lo scorso anno un incidente su quattro si è verificato in quest'area, anche se si evidenzia un calo significativo rispetto ai 29 dell'anno precedente. Il Mediterraneo orientale e il Mar Nero (6 perdite) e le isole britanniche (4 perdite) sono al secondo e terzo posto. Il rapporto osserva che, nonostante i segnali di miglioramento, l'Asia rimarrà un punto critico per i sinistri marittimi a causa dell'elevato livello di scambi commerciali nell'area, delle sue rotte di navigazione trafficate e delle flotte formate da vecchie navi che sono impiegate nella regione.
Nel 2018 le navi mercantili (15) hanno rappresentato un terzo delle perdite totali in tutto il mondo. La causa più frequente di questi sinistri continua ad essere l'affondamento, che ha riguardato oltre la metà (551 unità, pari al 53% del totale) delle 1.036 navi perse nell'ultimo decennio. Nel 2018 sono stati segnalati 30 casi di affondamento.
Il rapporto precisa inoltre che le perdite totali sono diminuite in modo significativo in aree critiche come il sud-est asiatico e che le perdite dovute a eventi meteorologici si sono dimezzate grazie a un anno in cui si sono verificati meno uragani e tifoni.
Il documento specifica che però, se il crollo delle perdite totali di navi è incoraggiante, il numero complessivo di incidenti marittimi segnalati nel 2018 (2.698) mostra un calo decisamente più contenuto, pari a meno del -1% rispetto all'anno precedente. La causa principale degli incidenti sono i danni ai macchinari (1.079 nel 2018) e rappresentano più di un terzo degli oltre 26.000 incidenti dell'ultimo decennio, ovvero il doppio della seconda causa più importante che è la collisione. I danni ai macchinari sono anche una delle cause più costose dei sinistri dell'assicurazione marittima, per un totale di oltre un miliardo di dollari in cinque anni.
Inoltre gli incendi continuano a generare danni ingenti a bordo e il numero di questi incidenti segnalati (174 nel 2018) tende ad aumentare. Il rapporto specifica che questo trend è proseguito anche nel 2019, con una serie di problemi recenti su portacontainer e tre incidenti significativi su car carrier. Carichi dichiarati in maniera errata e sbagliate indicazioni di etichettatura e di imballaggio di merci pericolose sono tra le cause principali degli incendi in mare. La capacità antincendio a bordo - rileva il documento - può essere limitata e il ricorso a importanti interventi esterni, con conseguente aumento dei tempi di reazione, possono provocare ingenti danni alle navi, con un incremento significativo del valore delle richieste di risarcimento. Il rapporto osserva inoltre come la perdita di almeno 345 container e il danneggiamento di altri 450 avvenuti all'inizio del 2019 sulla portacontainer MSC Zoe, che ha una capacità di carico di 19.000 teu, in presenza di condizioni meteorologiche difficili mentre la nave era al largo dell'isola tedesca di Borkum, ci ricorda che le merci danneggiate sono la causa più frequente di risarcimento da parte delle assicurazioni marittime.
«I buoni risultati del 2018, con una riduzione record delle perdite totali di navi - ha commentato
Baptiste Ossena, Global Product Leader Hull & Marine Liabilities di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) - sono certamente influenzati da circostanze favorevoli, ma mettono in evidenza anche il miglioramento della sicurezza nell'industria navale a livello globale. La migliore progettazione delle navi, la tecnologia, una regolamentazione più rigida e sistemi di gestione della sicurezza più efficienti sulle navi - ha spiegato Ossena - hanno contribuito ad evitare che i guasti e gli incidenti si trasformassero in gravi perdite. Tuttavia, la mancanza di un calo generale degli incidenti marittimi, l'aumento dei rischi politici per la sicurezza delle navi, la conformità alle norme sulle emissioni del 2020 e il crescente numero di incendi a bordo rappresentano la vera sfida per il settore».
Il rapporto annuale dell'AGCS prende anche in esame l'impatto sul trasporto marittimo delle nuove norme internazionali che limiteranno le emissioni di ossido di zolfo prodotte dalle navi a partire dal 1° gennaio 2020. Il documento evidenzia che le nuove norme avranno un significativo impatto sull'industria navale, con notevoli implicazioni per quanto riguarda i costi, la conformità e gli equipaggi, e che i principali porti mondiali stanno addirittura prendendo in considerazione l'impiego di droni per individuare le violazioni delle norme ambientali, con la conseguenza che le navi che non utilizzeranno i più costosi combustibili a basso contenuto di zolfo potranno incorrere in onerose sanzioni. «È importante - ha affermato il comandante Rahul Khanna, Global Head of Marine Risk Consulting di AGCS - che il trasporto marittimo dia il proprio contributo per un ambiente più sostenibile. Tuttavia, nonostante il rapido approssimarsi di questa scadenza, mancano ancora gli standard internazionali e si registrano preoccupazioni circa la disponibilità e la compatibilità del combustibile a basso contenuto di zolfo. Gli assicuratori sono preoccupati perché, con l'introduzione di carburanti a basso contenuto di zolfo, si potrebbe registrare un potenziale aumento dei sinistri per guasti ai macchinari. Quindi è importante gestire bene questa fase di transizione. Inoltre c'è il rischio che, se non vi sarà disponibilità di carburante compatibile e conforme nei porti, si verifichino interruzioni e ritardi nei trasporti».
Tra i temi presi in esame dal rapporto c'è anche quello dell'aumento delle minacce alla sicurezza della navigazione a causa di conflitti, dispute territoriali, cyber-attacchi, sanzioni, pirateria e persino sabotaggi, come dimostrato dai recenti attacchi alle petroliere in Medio Oriente. Inoltre il crescente numero di migranti in mare e l'aumento dei clandestini sulle navi mercantili ha anche gravi ripercussioni sull'attività delle compagnie di navigazione, con conseguenti ritardi e deviazioni dalle rotte e pressioni sugli equipaggi delle navi.
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