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Federagenti presenta un decalogo per sbloccare la burocrazia e sfruttare le potenzialità dell'economia del mare
Tra le proposte, riammettere i sindaci e i presidenti delle Regioni negli organi di gestione dei porti
14 giugno 2019
Federagenti, in occasione dell'odierna propria 70esima assemblea generale, ha proposto l'attuazione dello “Sblocca Mare”, un decalogo per snellire la burocrazia che frena lo sviluppo dell'economia del mare, settore trainante per l'intera economia italiana. Una burocrazia - ha specificato il presidente della federazione degli agenti marittimi italiani, Gian Enzo Duci, che grava sul sistema economico italiano che deve rispondere a 160.000 leggi, alcune vecchie di oltre un secolo ma sempre vigenti, mentre - ha rilevato - per la Gran Bretagna il corpus juris è strutturato in tremila leggi, che sono 5.500 in Germania e settemila in Francia.
Per Federagenti, la burocrazia può avere il negativo potere di ostacolare progetti come la Via della seta, che la federazione ha evidenziato essere una grande opportunità potenziale per riportare a sud, verso il Mediterraneo, l'asse dei traffici marittimi fra l'Asia. Questa iniziativa, in assenza di un'azione di emergenza contro il blocco da burocrazia - ha rilevato la federazione degli agenti marittimi - potrebbe trasformarsi in un clamoroso e definitivo flop, per i porti, lo shipping, la logistica e l'intero sistema Italia.
Da qui il decalogo proposto da Federagenti, che prevede innanzitutto la nomina di un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Pianificazione dello Spazio Marittimo e potere di coordinamento sui dipartimenti dei vari Ministeri aventi competenze in materia; quindi l'identificazione di un numero limitato di porti (3), aeroporti (1) ed interporti (4/5) da disciplinare in via speciale ai fini dell'internazionalizzazione della logistica italiana e l'attribuzione temporanea ad una short list di infrastrutture prioritarie per la competitività del sistema Paese le regole del “Decreto Genova”.
Federagenti sollecita anche l'emanazione del Regolamento Concessioni portuali (e omologazione delle concessioni su base nazionale), la creazione di un centro unico presso il MIT per progettazione opere e gare d'appalto per tutte le Autorità di Sistema Portuale ed esorta a escludere le AdSP dall'elenco Istat (165/2001) quantomeno per gli aspetti laburistici.
Infine la federazione esorta ad una revisione della legislazione sui dragaggi, a porre l'Agenzia delle Dogane funzionalmente sottoposta al MIT (come la Guardia Costiera), a riammettere i sindaci e i presidenti delle Regioni negli organi di gestione dei porti e a creare l'Agenzia centrale per il Registro Internazionale Italiano.
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