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Confetra, il decreto-legge Rilancio non sostiene adeguatamente alcuni settori della logistica, a partire da quello della portualità
Russo: non possiamo tollerare che le oltre 200 imprese terminalistiche portuali vengano indennizzate con appena 16 milioni di riduzione dei canoni concessori
26 maggio 2020
La Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica ha proposto alcuni correttivi al decreto-legge “Rilancio” dello scorso 19 maggio con cui il governo ha adottato misure per sostenere le attività economiche colpite dall'impatto della pandemia di Covid-19, misure che - secondo Confetra - non supportano adeguatamente alcuni settori della logistica a partire da quello della portualità.
«Queste - ha specificato il direttore generale di Confetra, Ivano Russo - le nostre poche e mirate proposte per rendere il decreto-legge Rilancio più aderente alle necessità del mercato. Vi è - ha spiegato - un grande tema politico trasportistico, e riguarda il ruolo che alla portualità tale provvedimento vorrà riconoscere. Non abbiamo contestato i miliardi o le centinaia di milioni messi a disposizione di Alitalia e Ferrovie, ma non possiamo tollerare che le oltre 200 imprese terminalistiche portuali vengano indennizzate con appena 16 milioni di riduzione dei canoni concessori, a fronte di una riduzione media dei volumi del 40% o, come nel caso dei terminal crociere, con i fatturati praticamente azzerati. Non vogliamo - ha precisato Russo - incidere sui saldi del provvedimento, ma almeno si lascino libere le Autorità di Sistema Portuale che hanno avanzi di bilancio di poter ristorare i propri concessionari seppur entro un limite massimo di 10 milioni per ogni Autorità. Non complessivi. E soprattutto sia la Conferenza Nazionale della Portualità a dettare, di intesa con il MIT, linee guida di applicazione omogenee per tutti gli scali».
«Torniamo poi - ha proseguito Russo illustrando le proposte emendative messe a punto dai gruppi dirigenti della Confetra - sul tema di una maggiore tutela operativa per i corrieri che consegnano beni di prima necessità, sui necessari congelamenti dei versamenti dovuti dal settore all'Autorità di Regolazione dei Trasporti e all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, su un più realistico criterio di accesso ai benefici del Ferrobonus coerente con la devastazione di volumi e fatturati imposta dalla pandemia. Infine, va meglio declinata la norma per il sostegno al settore aeroportuale: sì a tutele maggiori per il personale delle compagnie, ma senza norme equivoche che potrebbero essere poi imposte anche ad altre attività logistiche - che riguardano le merci - e che si svolgono in ambiti aeroportuali».
Il presidente della Confetra ha chiarito infine che se «questo decreto rappresenta un buon strumento per provare a far sopravvivere le nostre imprese», «per parlare tuttavia di vero “rilancio” - ha puntualizzato - occorrerà puntare a coraggiose semplificazioni e a una riduzione strutturale e importante del cuneo fiscale. Soprattutto per questo secondo aspetto - ha rilevato Russo - parliamo di svariati miliardi di euro. Speriamo che la partita sul Recovery Found vada a buon fine, e che entro l'estate si possa riprendere il tema in vista della manovra di settembre».
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