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Assarmatori, ok a Costa Crociere sulle rotte nazionali, ma se ci sono aiuti devono andare a chi esercita cabotaggio come servizio pubblico essenziale
Lo ha sottolineato Stefano Messina nel corso di un'audizione al Senato
9 giugno 2020
Costa Crociere può certo operare sulle rotte marittime nazionali, ma se lo Stato vuole aiutare le compagnie di trasporto marittimo colpite dagli effetti sulla loro attività della pandemia di Covid-19 deve limitare il suo sostegno a quelle aziende che operano servizi pubblici essenziali. Questa, in sintesi, l'opinione di Assarmatori in merito alla proposta avanzata lo scorso 26 maggio dal direttore generale della Costa Crociere, Neil Palomba, in occasione di un'audizione informale presso la Commissione Industria, commercio, turismo del Senato, che ha suggerito di emendare il decreto-legge Rilancio per consentire temporaneamente alle compagnie - come Costa Crociere - che hanno navi iscritte al Registro internazionale italiano di operare in regime di cabotaggio, effettuando quindi scali solo nei porti italiani.
Ribadendo oggi nel corso dell'audizione, a cui ha partecipato anche la Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), il proprio no a tale proposta espresso nei giorni scorsi ( del 1° 2020), e ricordando che l'iscrizione al Registro internazionale dà accesso ad agevolazioni fiscali e contributive, il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, ha spiegato che «se Costa vuole gestire crociere sulle rotte nazionali, lo può fare tranquillamente sulla base delle norme vigenti», ma - ha precisato «se ci sono aiuti (e il recupero di somme non erogate è un aiuto), vanno dati per equità e per giustizia a chi esercita cabotaggio come servizio pubblico essenziale, come collegamento tra le isole maggiori o come trasporto combinato passeggeri e merci con navi ro-ro».
«È - ha osservato Messina - una questione di giustizia, e - ha specificato - non esiste alcuna polemica rispetto ai colleghi di Confitarma». Inoltre il presidente di Assarmatori ha rilevato che se le crociere sono «ormai tutte in mano ad alcune multinazionali del settore: fra queste - ha ricordato - la più grande è Carnival che ha acquisito già da numerosi anni anche Costa Crociere che utilizza la bandiera italiana (ed è - ha sottolineato Messina - importantissimo che lo faccia)», invece - ha aggiunto - «il cabotaggio è un'infrastruttura insostituibile, non sono presenti operatori esteri. Sono - ha evidenziato - tutte aziende italiane, di bandiera italiana, con lavoratori italiani. Queste hanno bisogno di sostegno. E senza aiuti - ha concluso Messina - il lavoro di decine di migliaia di marittimi italiani è a rischio».
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