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Confitarma, consentire alle navi italiane del Registro Internazionale di effettuare temporaneamente crociere tra porti nazionali
Mattioli: delusi dal fatto che, nei vari provvedimenti adottati, il governo ci abbia completamente dimenticati
9 giugno 2020
In occasione dell'audizione odierna presso l'Ottava Commissione del Senato la Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) ha confermato il proprio sostegno alla proposta avanzata nei giorni scorsi da Costa Crociere affinché, per far fronte all'impatto negativo degli effetti della pandemia, alle navi come quelle della compagnia crocieristica iscritte al Registro Internazionale italiano sia consentito temporaneamente di effettuare crociere su rotte cabotiere tra i porti nazionali.
«Auspichiamo fortemente - ha spiegato il presidente di Confitarma, Mario Mattioli, nel suo intervento - che possano essere approvati due emendamenti che noi riteniamo fondamentali per la ripresa del settore: il primo è quello che riguarda la possibilità per le navi di bandiera italiana iscritte nel Registro Internazionale di effettuare temporaneamente le crociere tra porti nazionali; il secondo prevede uno sgravio contributivo nel 2020 per le aziende con navi iscritte nel Registro ordinario».
Il presidente di Confitarma ha ricordato l'importanza per il Paese dell'economia marittima che annualmente produce beni e servizi per un valore di 34 miliardi di euro (2% del Pil) fornendo occupazione a 530mila persone. «Particolarmente rilevante - ha specificato Mattioli - è il contributo dei trasporti marittimi al valore della produzione del cluster (12,3 miliardi di euro) ed all'occupazione (circa 80.000 tra addetti diretti e indiretti)». Senza contare - ha aggiunto - che «quella italiana è la quinta flotta di bandiera tra le maggiori economie riunite nel G20, la prima nel mondo di navi ro-ro, per lo più impiegate nel cabotaggio marittimo e sulle “autostrade del mare”, la quinta di navi cisterna speciali per prodotti petroliferi e che in vent'anni, l'occupazione marittima italiana e comunitaria sui traffici internazionali e sul grande cabotaggio è aumentata del 140%. Si tratta - ha sottolineato - di circa 38.000 marittimi italiani e comunitari a bordo delle nostre navi. Sicché, la nostra bandiera è oggi al primo posto in Europa per marittimi comunitari impiegati, per la maggior parte italiani rispetto ad altre bandiere comunitarie che pur vantando flotte molto più grandi della nostra, occupano un numero di marittimi comunitari nettamente inferiore».
In merito all'impatto dell'epidemia da coronavirus sul settore, Mattioli ha evidenziato l'importante contributo avuto dall'amministrazione per risolvere i primi problemi che affliggevano l'operatività delle navi, soprattutto per quanto concerne l'estensione della validità dei certificati dei marittimi indispensabili per garantire la navigazione. «Purtroppo - ha però precisato - nonostante l'espresso riconoscimento del fondamentale ruolo del trasporto marittimo per garantire le forniture essenziali al Paese, siamo stati molto delusi dal fatto che il governo ci abbia completamente dimenticati, nei vari provvedimenti adottati, mentre si è trovato il modo di rifinanziare Tirrenia e di corrispondere un significativo ammontare agli ormeggiatori. Inoltre, a tutt'oggi attendiamo una concreta azione del governo per risolvere il grave problema dei marittimi italiani bloccati da mesi su navi all'estero a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia».
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