- La Federazione del Mare, che riunisce gran parte delle organizzazioni del settore marittimo italiano, ha fatto sua l'esortazione rivolta al governo dal presidente del The International Propeller Clubs, Umberto Masucci, affinché venga istituito un Ministero del Mare, costituzione tutt'altro che ipotetica data la possibilità che si verifichi a breve un rimpasto di governo, rimaneggiamento che spesso induce ad ampliare il Consiglio dei ministri.
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- «Siamo consapevoli - ha affermato Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare e della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) ‐ di come possa risultare complesso in questo momento valutare le istanze dei numerosi comparti della nostra economia. Cionondimeno, il mondo del mare ritiene che proprio in momenti di cambiamento come questi possano essere colte importanti opportunità per salvaguardare gli interessi del Paese in un settore d'importanza strategica quale è quello marittimo».
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- Ricordando che il settore del mare è costituito da trasporti marittimi, cantieristica, pesca, nautica da diporto, porti e terminal industria delle estrazioni, ricerca e tutela del territorio, oltre alle attività connesse dell'indotto, quali assicurazioni, intermediazione, servizi logistici, scuole nautiche nonché attività sportive e ricreative, Mattioli ha evidenziato che si tratta di «un mondo che annualmente produce beni e servizi per un valore di 34 miliardi di euro (2% del PIL) ed acquista presso le altre branche dell'economia forniture per 20 miliardi di euro, fornendo occupazione a 530mila persone».
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- «Pertanto, in questa difficile fase di riflessione sull'assetto del Paese - ha concluso il presidente della Federazione del Mare - il cluster marittimo chiede con forza che venga costituita un'efficace sede di coordinamento politico-amministrativo dedicata alle attività marittime: ministero del Mare o dipartimento dedicato della Presidenza del Consiglio, comunque una struttura che sappia mettere a sistema la gestione dell'intero cluster marittimo, i cui aspetti sono oggi dispersi tra diverse amministrazioni, con danni certi per lo sviluppo loro e dell'Italia, leggendo e innovando la passata tradizione del ministero della Marina mercantile, oggi ridotto ad un'unica direzione ministeriale».
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