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ALIS, nonostante la crisi la gran parte delle nostre aziende non ha fatto ricorso alla cassa integrazione
Grimaldi: raddoppiare, anziché dimezzare, le dotazioni finanziarie delle misure incentivanti Marebonus e Ferrobonus, rendendole così strutturali
2 luglio 2021
Nonostante la crisi innescata dalla pandemia di Covid-19 e le perdite di fatturato pari a 2,1 miliardi di euro, oltre il 70% delle aziende associate ad ALIS, l'Associazione Logistica dell'Intermodalità Sostenibile, non ha fatto ricorso in alcun modo alla cassa integrazione, neanche durante la fase più emergenziale del lockdown, pur lavorando in sofferenza. Lo ha sottolineato oggi il presidente dell'associazione, Guido Grimaldi, intervenendo a Sorrento alla seconda giornata de “La tre giorni di ALIS” nel corso della quale il direttore di Svimez, Luca Bianchi, e il direttore di SRM Intesa Sanpaolo, Massimo Deandreis, hanno presentato i risultati dello studio sull'impatto del Covid nel 2020, dal titolo “Trasporti, logistica, sostenibilità. Green e Blue Economy per la ripartenza”, che ALIS ha realizzato con i centri di ricerca da loro diretti. Grimaldi ha evidenziato che si tratta di «un elemento molto rilevante, che testimonia quanto ALIS creda fortemente nella salvaguardia del capitale umano e nella necessità di continuare ad investire e a preservare i posti di lavoro. Infatti - ha rilevato - le nostre imprese hanno reagito con prontezza ai contraccolpi della crisi, senza scaricarla sulle spalle dei propri lavoratori».
Grimaldi ha precisato che ciò, inoltre, è stato fatto a fronte di «ristori insufficienti o talvolta inesistenti per l'intero settore, previsti dai vari decreti governativi emergenziali dello scorso anno, nonostante stessimo affrontando difficoltà legate a una riduzione di liquidità, una riduzione del carico di trasporto legato a perdite di volumi e fatturato e, come sappiamo, un regime fiscale troppo severo». «Soprattutto - ha aggiunto il presidente di ALIS - abbiamo lavorato in perdita. Ma, comprendendo la difficoltà del momento e l'essenzialità del nostro lavoro svolto per la vita di tutti i giorni e per l'approvvigionamento di apparati sanitari e medicinali fin dall'inizio della pandemia, abbiamo deciso di non fermarci perché l'Italia è fatta di grandi aziende ma soprattutto di uomini e donne che hanno dimostrato il loro valore ancor più durante la fase emergenziale».
Rilevando infine che «il futuro del trasporto e delle infrastrutture dell'Italia sostenibile è oggi legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prevede, oltre a strategici interventi su rivoluzione green e digitalizzazione, lo stanziamento di oltre 30 miliardi di euro per interventi che riguarderanno infrastrutture, trasporti e logistica». Grimaldi ha espresso l'augurio che venga accolta quindi «la nostra richiesta di raddoppiare, anziché dimezzare, le dotazioni finanziarie delle misure incentivanti Marebonus e Ferrobonus, rendendole così strutturali per un valore complessivo di almeno 100 milioni annui per ciascuna misura a supporto degli operatori virtuosi che scelgono di imbarcare via mare o via ferro al posto del tutto strada, scegliendo quindi l'intermodalità che consente la riduzione di incidentalità e di emissioni di CO2 e che permette così un risparmio di costi di esternalità che, grazie ai soci ALIS, è pari a due miliardi di euro all'anno».
Grimaldi ha chiesto anche una maggiore attenzione nei confronti del Mezzogiorno spiegando che, se nel PNRR ciò è avvenuto essendo destinate al Sud circa il 45% delle risorse stanziate per le opere infrastrutturali, «dobbiamo purtroppo constatare che ahimè nel 2020 proprio il Mezzogiorno ha ricevuto, in merito ai ristori previsti nei decreti, aiuti minori rispetto al Centro-Nord e, soprattutto, in misura meno proporzionale rispetto alla popolazione e al reddito medio pro-capite. Pertanto - ha affermato Grimaldi - auspichiamo che il governo rimedi e supporti il Mezzogiorno perché la rinascita del nostro Paese passa necessariamente attraverso lo sviluppo del Sud che può avvenire con l'effettivo avvio delle ZES (Zone Economiche Speciali) e delle ZLS (Zone Logistiche Semplificate), e soprattutto attraverso lo sviluppo dell'intermodalità con Marebonus e Ferrobonus, il potenziamento dell'alta velocità e dell'alta capacità dei collegamenti ferroviari passeggeri e merci, la semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di elettrificazione delle banchine, l'ammodernamento ed il potenziamento dei porti, degli interporti e delle altre infrastrutture strategiche».
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