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L'IBIA chiede all'IMO di fare chiarezza sull'applicazione del limite dello 0,50% del tenore di zolfo nel fuel ad uso marittimo
Uno specifico documento sarà presentato alla riunione della prossima settimana del Sub-Committee on Implementation of IMO Instruments (III)
8 luglio 2021
L'International Bunker Industry Association (IBIA), l'associazione internazionale che rappresenta le aziende che forniscono combustibili ad uso navale, sollecita l'International Maritime Organization (IMO) a fare chiarezza sull'applicazione del limite dello 0,50% del tenore di zolfo contenuto nel fuel utilizzato dalle navi, limite che è applicato dal primo gennaio del 2020. L'associazione ha spiegato che i diversi approcci all'applicazione di tale disposizione continuano a causare molti problemi e incertezze sia al settore del trasporto marittimo che a quello dei fornitori di bunker. IBIA ha precisato che il problema principale è la mancanza di coerenza nel modo in cui le autorità decidono se una nave è conforme al limite di zolfo dello 0,50% e al divieto di trasportare combustibile con tenore di zolfo superiore allo 0,50% per le navi che non dispongono di sistemi di abbattimento delle emissioni.
L'IBIA ha portato ad esempio alcuni casi, tra cui quelli occorsi a navi alle quali è stato richiesto di provvedere al debunkeraggio dopo aver segnalato alle autorità di aver ricevuto un risultato del test sul campione del bunker della nave che indica un contenuto di zolfo leggermente superiore allo 0,50%, ma con l'intervallo di confidenza del 95%. Attività di debunkeraggio - ha sottolineato l'associazione - che, oltre a causare ritardi e notevoli costi finanziari, comporta anche un costo ambientale attraverso emissioni di CO2 aggiuntive e rappresenta rischi per la sicurezza e l'ambiente.
Rendendo noto di aver già portato il problema all'attenzione del Marine Environment Protection Committee dell'IMO in occasione della riunione del comitato tenutasi a fine 2020, l'IBIA ha annunciato di aver presentato con il sostegno della Giamaica un documento nell'ambito della voce “Misure per armonizzare le attività e le procedure di Port State Control (PSC) in tutto il mondo” dell'ordine del giorno della settima sessione del Sub-Committee on Implementation of IMO Instruments (III) dell'IMO che si terrà la prossima settimana.
Nel documento la Giamaica e l'IBIA spiegano il problema nel dettaglio e, in particolare, chiedono chiarezza sulle basi rispetto alle quali le autorità possono determinare la non conformità del bunker delle navi. A tal proposito specificano che la conformità o non conformità del fuel dovrebbe essere confermata testando un “campione MARPOL”, ovvero il campione sigillato di combustibile che si trova a bordo delle navi che lo ha ricevuto dal fornitore del fuel assieme al bollettino di consegna del combustibile, e non sulla base di campioni commerciali.
Secondo la Giamaica e l'IBIA, inoltre, è necessario promuovere una migliore comprensione e attuazione della procedura di verifica del tenore di zolfo zolfo nell'appendice VI dell'allegato VI della MARPOL, adottata dal MEPC 75, e, in particolare, ottenere il riconoscimento del fatto che il risultato del test per un campione MARPOL “in uso” e un campione “a bordo” tiene conto dell'incertezza intrinseca del metodo di test e che a questi campioni si applica il principio di confidenza del 95%.
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