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ICS, i governi non possono non approvare il fondo da cinque miliardi per la decarbonizzazione dello shipping
Platten: il fondo di ricerca e sviluppo offre ai governi l'opportunità di dimostrare che le loro parole hanno un significato
22 novembre 2021
Oggi è iniziata la settantasettesima sessione del Comitato per la protezione dell'ambiente marino (MEPC) dell'International Maritime Organisation (IMO), riunione che terminerà venerdì e che è ritenuta cruciale per stabilire la strategia per ridurre le emissioni di gas serra prodotte dal trasporto marittimo, in particolare perché i rappresentanti dei 174 Stati membri partecipanti alla riunione dovranno decidere se questa strategia sarà incardinata sulle risorse messe a disposizione da un fondo di ricerca e sviluppo del valore di cinque miliardi di dollari la cui creazione è stata proposta ormai due anni fa dalle principali associazioni internazionali dello shipping ( del 18 dicembre 2019). Un fondo, l'IMO Maritime Research Fund (IMRF) - ha ricordato oggi una di queste associazioni, l'International Chamber of Shipping (ICS) «che verrebbe pagato interamente dall'industria, senza alcun costo per i governi o i contribuenti, fondo che verrebbe utilizzato per accelerare la rapida crescita del Livello di Maturità Tecnologica (TRL) al fine di assicurare combustibili a zero emissioni di carbonio che possano essere usati dalla grandi navi oceaniche».
L'industria dello shipping non comprenderebbe i motivi che potrebbero indurre gli Stati dell'IMO a non approvare la creazione del fondo. «Se i governi non sostengono l'IMRF - ha confermato il presidente dell'ICS, Esben Poulsson - dobbiamo porci la domanda: perché. Il fondo è semplicissimo. Qualcosa rispetto alla quale si penserebbe che i governi l'avrebbero fatta immediatamente propria per inviare un messaggio chiaro al mondo sulla loro seria intenzione di raggiungere i loro obiettivi climatici».
L'ICS ha evidenziato che il fondo non solo è di facile implementazione, ma ora è sostenuto anche dalle principali nazioni marittime mondiali, tra cui Danimarca, Grecia, Giappone, Panama, Singapore e Regno Unito, oltre a nazioni in via di sviluppo come Liberia, Nigeria e Palau, che assieme rappresentano la maggioranza dell'industria mondiale dello shipping.
L'ICS ha quindi invitato gli Stati dell'IMO ad approvare il fondo di ricerca e sviluppo al fine di renderlo operativo entro il 2023, in modo che entro il 2023 possano essere messe in servizio numerose navi a zero emissioni e far sì che l'obiettivo di uno shipping a zero emissioni entro il 2050 possa diventare realtà.
Per l'International Chamber of Shipping, la riunione in corso della MEPC è l'occasione per garantire che tutto ciò si avveri: «questa - ha affermato il segretario generale dell'ICS, Guy Platten - è davvero la prima cartina di tornasole dalla COP26 sugli impegni dei governi per la decarbonizzazione. Il fondo di ricerca e sviluppo da cinque miliardi di dollari offre ai governi l'opportunità di dimostrare che le loro parole hanno un significato e che sono seri riguardo alla transizione verso un settore a zero emissioni di carbonio. Alla COP26 - ha aggiunto Platten - i governi hanno annunciato molti piani, ma dobbiamo assicurarci di disporre delle tecnologie a zero emissioni di carbonio necessarie per realizzarli concretamente. Cosa importante, come prevede il fondo di ricerca e sviluppo, è che questo valga per tutti e non solo per pochi».
Anche l'International Bunker Industry Association (IBIA), l'associazione che rappresenta i fornitori di combustibili navali, ha posto in evidenza l'importanza della riunione della MEPC di questa settimana, le cui decisioni avranno un notevole impatto sul settore dei combustibili ad uso marittimo e per far sì che il mercato possa rispondere con il giusto tipo di combustibili e di soluzioni tecnologiche. Per l'IBIA, infatti, è importante assicurare che i combustibili e le tecnologie siano tecnicamente fattibili, sicuri da utilizzare e veramente sostenibili. L'associazione ha sottolineato anche l'importanza delle misure che saranno assunte per ridurre la differenza di prezzo fra combustibili fossili e combustibili alternativi a basse emissioni.
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