- Il World Shipping Council (WSC), l'associazione che rappresenta le principali compagnie di navigazione containerizzate mondiali, teme che gli emendamenti che riguardano il trasporto marittimo proposti dal Parlamento europeo nell'ambito del percorso di riforma dell'ETS UE, il sistema dell'Unione Europea per lo scambio delle quote di emissione, pongano a rischio gli obiettivi del Green Deal europeo.
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- Evidenziando che la determinazione del prezzo del carbonio è una parte fondamentale della strategia per promuovere l'adozione di combustibili a zero emissioni di gas ad effetto serra e che l'ETS dell'UE può rappresentare un passo importante verso l'adozione di misure basate sul mercato globale da applicarsi a tutte le navi, e non solo ad una parte delle flotte internazionali, l'associazione armatoriale ha spiegato che sono due le preoccupazioni del WSC relativamente agli emendamenti che sono stati proposti dall'europarlamentare tedesco Peter Liese, principale negoziatore del Parlamento europeo per la riforma dell'ETS UE.
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- Innanzitutto il World Shipping Council teme l'effetto negativo della proposta di modifica della definizione di “entità responsabile” che ha lo scopo di ridurre l'impatto dei costi dell'ETS sugli armatori e quindi ad assicurare loro accesso prioritario agli introiti generati dall'ETS, come l'Ocean Fund. «Ciò - ha precisato il WSC in una nota - minerebbe l'intero impianto dell'ETS, trasformandolo da una politica su base “chi inquina paga” ad un sistema in cui “chi inquina viene pagato” e ne ridurrebbe notevolmente l'efficacia».
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- La seconda preoccupazione del WSC è suscitata da altri emendamenti in base ai quali la Commissione Europea dovrebbe abbandonare il suo approccio multilaterale per impegnarsi invece in accordi bilaterali con le nazioni al fine di estendere la tariffazione del carbonio solo alle rotte marittime che servono l'Europa. Secondo il WSC, ciò comporterebbe un mutamento di strategia dall'effetto costoso, che comprometterebbe i progressi verso una politica globale sui gas ad effetto serra per lo shipping nell'ambito dell'International Maritime Organization (IMO) e rallenterebbe pertanto i progressi verso la decarbonizzazione del trasporto marittimo, oltre che avere altri effetti negativi tra cui una perdita di competitività dei porti dell'Unione Europea ed un impatto distorsivo sugli scambi.
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- Al di là di questi motivi di preoccupazione, il World Shipping Council ha ribadito che l'ETS dell'UE, quale sistema regionale, non deve comunque compromettere od ostacolare il percorso per sviluppare un sistema globale in seno all'IMO: «la decarbonizzazione del trasporto marittimo - ha sottolineato il presidente e amministratore delegato del WSC, John Butler - rappresenta uno sforzo di tutti e globale, e la politica regionale deve costituire una guida piuttosto che un ostacolo».
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