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Appello di SEA Europe e IndustriAll per la salvaguardia della competitività dell'industria navalmeccanica europea
Richieste misure per contrastare la concorrenza sleale, un approccio settoriale per salvaguardare il comparto, iniziative per stimolare la domanda interna e maggiori investimenti
4 luglio 2022
«L'industria europea delle tecnologie marittime sviluppa le navi e le tecnologie più avanzate sul mercato. Tuttavia, la pressione della concorrenza sleale e l'impatto del Covid-19 in alcuni dei mercati di nicchia più importanti d'Europa, stanno mettendo seriamente a rischio il settore in un momento di mutevoli tensioni geopolitiche che, se non vengono urgentemente intraprese azioni, potrebbero porre in pericolo l'autonomia strategica marittima dell'Europa». La preoccupazione è stata formulata da Christophe Tytgat, segretario generale di Sea Europe, l'associazione che rappresenta l'industria navalmeccanica europea, in occasione della presentazione di una posizione sulle prospettive dell'industria marittima europea redatta congiuntamente con IndustriAll European Trade Union, la federazione dei sindacati europei che rappresentano molteplici settori industriali ed economici.
«Con questa dichiarazione congiunta - ha spiegato Tytgat - l'industria e i lavoratori vogliono inviare un messaggio forte ai responsabili politici, ricordando loro che quello delle tecnologie marittime è un settore strategico e centrale rispetto all'autonomia e alla resilienza marittima dell'Europa». «Se oggi non assicuriamo un quadro adeguato per mantenere un settore delle tecnologie marittime forte e competitivo in Europa - ha avvertito il segretario generale di SEA Europe - il continente con la più grande area costiera e il più grande mercato interno del mondo diventerà interamente dipendente da Paesi terzi per lo sviluppo delle nostre navi, strutture offshore e tecnologie marittime, e perderemo un'industria che fornisce un milione di posti di lavoro con un enorme potenziale per aumentare la sua quota di mercato e per creare posti di lavoro nei prossimi anni grazie alla transizione verde e digitale».
Nel documento SEA Europe e IndustriAll ricordano che il valore aggregato della produzione dell'industria europea delle tecnologie marittime è di 128,6 miliardi di euro e che il settore è strategico per la difesa e l'indipendenza marittima dell'Europa e, in particolare, è vitale per molte regioni costiere di tutta Europa. Le due organizzazioni evidenziano che, pertanto, l'enorme calo dei nuovi ordini al settore, con una flessione che risulta pari a -90% in termini di tonnellate di stazza lorda compensata, e la grande dipendenza dell'Europa da alcuni mercati di nicchia di tipologie di navi ad elevata complessità, continuano ad essere una delle principali preoccupazioni per le parti sociali europee, come chiaramente evidenziatosi durante la crisi della pandemia di Covid-19. Inoltre, secondo SEA Europe e IndustriAll, dato che è improbabile che la domanda di navi da crociera, che è un settore cruciale per l'industria navalmeccanica europea, aumenti prima del 2030, al fine di assicurare l'attività dei cantieri navali e il posto di lavoro degli addetti del settore è urgentemente necessario programmare una diversificazione della produzione e investimenti in aree come il retrofitting, le tecnologie verdi e le energie rinnovabili offshore.
Nel documento SEA Europe e IndustriAll evidenziano inoltre che se l'industria navalmeccanica europea ha accusato notevolmente l'impatto della crisi, acuita dall'aggressione armata della Russia all'Ucraina, in altre primarie nazioni della navalmeccanica l'effetto negativo è stato assai più contenuto come ad esempio in Cina, dove i nuovi ordini in termini di tslc sono diminuiti del -16%, e in Corea del Sud, dove gli ordinativi sono calati del -19%, nazioni che, tra l'altro, hanno recuperato con notevole rapidità grazie anche a consistenti misure di stimolo sostenute dallo Stato. Le due organizzazioni europee sottolineano come questi pacchetti di stimolo, che si sono aggiunti agli aiuti di Stato già presenti in quelle nazioni, continuano a distorcere gravemente la concorrenza a danno della competitività dell'Europa e spiegano perché gli armatori, anche quelli europei, ordinano nuove navi, incluse quelle ecologiche, in Asia anziché in Europa.
Purtroppo - rilevano SEA Europe e IndustriAll - in Europa l'industria non ha ricevuto lo stesso sostegno e continua ad essere in una situazione di svantaggio competitivo, con ulteriori problematiche che gravano sui cantieri navali europei, che non beneficiano di strumenti di difesa commerciale come misure compensative e misure antidumping, dato che le navi non vengono importante nel territorio doganale dell'Unione Europea. Purtroppo - osservano le due organizzazioni - c'è anche l'evidente rischio che la proposta della Commissione sulle sovvenzioni estere che distorcono il mercato interno - specificano SEA Europe e IndustriAll riferendosi alla proposta adottata dalla Commissione Europea il 5 maggio 2021 - nonostante le buone intenzioni non offra soluzioni soddisfacenti o aiuti utili a ripristinare la competitività dell'Europa.
Per la salvaguardia dell'industria navalmeccanica europea, SEA Europe e IndustriAll chiedono un approccio settoriale per tutelare il comparto e salvare i suoi posti di lavoro attraverso un'azione dell'UE volta ad uniformare le condizioni di concorrenza a livello globale, ad assicurare equi aiuti di Stato e a fornire al settore strumenti di difesa commerciale europei.
Inoltre chiedono un'azione volta a stimolare la domanda interna e a salvaguardare i posti di lavoro in Europa, stimolo - precisano SEA Europe e IndustriAll - che è indispensabile per assicurare l'esistenza dei cantieri navali europei e il lavoro dei loro addetti altamente qualificati. Ciò, ad avviso delle due organizzazioni, potrebbe essere attuato con un programma dedicato di rinnovo delle flotte con l'introduzione di innovative navi a zero emissioni, di retrofitting delle navi già in servizio e di realizzazione di navi e tecnologie ecologiche, nonché attraverso la prosecuzione dello stimolo alla ricerca e allo sviluppo.
Per SEA Europe e IndustriAll, queste iniziative dovrebbero essere supportate da un aumento degli investimenti nel settore non solo nel campo della ricerca e dello sviluppo, ma anche per assicurare un maggior sostegno alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze, in particolare quelle “verdi” e digitali, nonché da un aumento degli investimenti in infrastrutture per garantire che i cantieri navali si possano decarbonizzare e che l'energia verde sia resa disponibile alle navi. Inoltre, per le due organizzazioni, la transizione verde e digitale non deve lasciare indietro nessuno, nessun cantiere, nessuna regione e nessun lavoratore, e il dialogo sociale dovrà essere rispettato durante tutta questa fase.
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