- Oggi nei porti tedeschi inizia uno sciopero di 48 ore che segue quello di 24 ore attuato circa tre settimane fa, nuova azione di protesta che è stata decisa dal sindacato ver.di (Vereinten Dienstleistungsgewerkschaft) dopo che lo scorso 5 luglio si sono interrotte le trattative per il rinnovo del contratto dei lavoratori portuali. Lo stop è dato dal fatto che l'organizzazione sindacale non ritiene che la proposta di aumenti salariali avanzata dai datori di lavoro soddisfi a sufficienza la richiesta di ver.di di una compensazione degli effetti dell'inflazione e, in particolare, che ciò avvenga per tutta la durata del contratto. Sebbene ver.di abbia giudicato che l'aumento “permanente” del +8% del valore dei salari proposto dai datori di lavoro costituisca un passo nella giusta direzione, tuttavia il sindacato ritiene che l'aumento programmato per il secondo anno dell'accordo (2023), senza possibilità di rinegoziazione, sia limitato e possa risultare insufficiente.
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- Zentralverband der deutschen Seehafenbetriebe (ZDS), l'associazione che rappresenta le imprese portuali nelle trattative, ritiene invece che l'aumento globale proposto del +12,5% sia più che generoso: «i consumatori e le aziende - ha constatato il negoziatore della ZDS, Ulrike Riedel - sono già gravemente colpiti dalle interruzioni della supply chain a livello globale e ver.di chiede uno sciopero di 48 ore nonostante un'offerta del +12,5%. Ciò - ha denunciato Riedel - è irresponsabile. Mentre attualmente sono in corso accordi salariali in settori comparabili a condizioni a volte assai inferiori - ha specificato il rappresentate dell'associazione - ver.di insiste sulla massima richiesta. Ciò danneggia non solo la reputazione e la competitività internazionale dei nostri porti e della Germania come partner commerciale, ma minaccia anche l'esistenza di molte aziende e accrescerà la pressione sui posti di lavoro». Rilevando che le trattative sono, con tutta evidenza, giunte ad un punto morto, Riedel ha esortato ver.di, in considerazione dell'enorme importanza dei porti per l'approvvigionamento dei consumatori e dell'economia, «ad accettare finalmente l'arbitrato, in modo da poter trovare una soluzione».
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