- Il cluster marittimo-portuale italiano lancia un appello a Mario Draghi affinché da qui a mercoledì, quando ha in programma la presentazione al Parlamento delle sue dimissioni che giovedì erano state comunicate a Sergio Mattarella e non accettate dal capo dello Stato, decida invece di proseguire l'esperienza di governo. In una nota congiunta Conftrasporto, Confetra, Anasped, Angopi, Anna, Assarmatori, Assiterminal, Assocad, Assocostieri, Assoferr, Assologistica, Assotir, Associazione Nazionale Gestori rifiuti Manutenzioni Spurghi reti fognarie e idriche, CLIA, Fai, Fedepiloti, Federagenti, Federlogistica, Federtraslochi, Fedespedi, Fiap, Fise Uniport e Unitai evidenziano che «l'Italia non può restare senza una guida autorevole e sicura in un momento storico come quello che stiamo vivendo. Per questo - spiegano le associazioni - chiediamo al presidente del Consiglio Mario Draghi di restare in carica e un atto di responsabilità da parte delle forze politiche presenti in Parlamento affinché, senza indugi e trattative, esprimano la loro fiducia all'Esecutivo permettendogli di continuare a lavorare sui tanti dossier aperti».
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- «Le tensioni geopolitiche che non accennano a diminuire, le loro conseguenze dirompenti sull'economia internazionale e la necessità di procedere velocemente nell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - prosegue la nota - impongono una necessaria continuità nell'azione di governo, che non può e non deve essere messa a repentaglio».
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- Anche l'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti) manifesta preoccupazione per l'instabilità politica e i possibili effetti sulla competitività dei porti: «l'ipotesi di instabilità politica - specifica il presidente dell'associazione,, Rodolfo Giampieri - ci preoccupa perché si colloca in un momento di grandi incertezze a livello mondiale, e di rilancio della portualità anche grazie ai fondi a disposizione. Abbiamo affrontato il tema con tutti i presidenti delle Autorità di Sistema Portuale - precisa Giampieri - e riteniamo che l'incertezza potrebbe rallentare procedure e attività necessarie per la portualità in termini di competitività e sviluppo, anche in prospettiva delle prossime scadenze previste per i progetti inseriti nel PNRR. Questo rallentamento sarebbe un danno per qualsiasi governo in carica e per questo ci auspichiamo che ciò possa essere scongiurato».
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