Il presidente di Federlogistica-Conftrasporto, Luigi Merlo, non ha dubbi: «basta parlare da un lato di ingenuità nella valutazione dei progetti, dall'altra di pregiudizio rispetto a normali progetti commerciali. Il disegno egemonico della Cina sui porti occidentali - ha affermato - rappresenta un pericolo». Una dichiarazione che giunge a poche ore dalla decisione di ieri del governo federale tedesco di limitare a meno del 25% la quota che il gruppo cinese COSCO potrà acquisire nella società CTT che gestisce un container terminal nel porto di Amburgo. Acquisizione che COSCO Shipping Ports non ha ancora deciso se effettuare essendo l'accordo con il gruppo HHLA, che possiede l'intero capitale di CTT, relativo alla cessione al gruppo cinese di una quota del 35% del capitale.
Merlo ha ricordato di aver acceso i riflettori da almeno cinque anni sui rischi sottostanti al progetto della Via della Seta, mentre per molto tempo alcune forze politiche, associazioni di categoria e persino istituzioni lo hanno sostenuto con grande vigore definendolo un'opportunità eccezionale.
«Confondere lo sviluppo dei traffici tra Europa e Asia con un disegno egemonico a livello globale - ha sostenuto il presidente di Federlogistica-Conftrasporto - è, nella interpretazione più benevola, un peccato di ingenuità». «Durante la pandemia, e anche di recente - ha aggiunto - abbiamo subito le conseguenze devastanti della chiusura dei porti cinesi; stiamo assistendo da anni, in un assordante silenzio circa i pericoli che comportano, a ciò che accade nelle nazioni che hanno affidato le loro infrastrutture strategiche alla Cina».
«In Italia - ha concluso Merlo - la mancata emanazione del regolamento sulle concessioni terminalistiche che attendiamo da ben 28 anni e la mancanza di una effettiva regia strategica sulla politica portuale, hanno aperto falle (come accaduto a Trieste, firmatario di un'intesa quadro fortunatamente congelata proprio sulla Via della Seta) nel sistema strategico dei porti, lasciando spazi a potenziali rischi di cessione di sovranità ad altri paesi su asset fondamentali per l'Italia».
Ricordiamo che il gruppo COSCO Shipping Ports, divisione terminalistica del gruppo armatoriale cinese COSCO Shipping Holdings Co., è presente in Italia nel porto di Vado Ligure attraverso la partecipazione del 40% nella APM Terminals Vado Ligure (Vado Gateway), la società che gestisce la nuova piattaforma per il traffico dei container nel porto ligure, e attraverso la partecipazione del 40% nella Vado Reefer Terminal che gestisce il terminal per merci refrigerate dello scalo.