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PORTI
L'AdSP della Liguria Occidentale prova a rassicurare sul futuro delle riparazioni navali nel porto di Genova
In ballo ci sono due visioni, quella dell'ente portuale e del Comune, oppure è una sola?
Genova
28 ottobre 2022
L'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale «conferma il mantenimento e rafforzamento delle riparazioni navali nell'area di Levante» del porto di Genova. La rassicurazione dell'ente portuale, dopo ventilate, ripetute e annose ipotesi di trasferimento delle attività del comparto delle riparazioni navali, giunge oggi dopo che nei giorni scorsi i sindacati avevano annunciato battaglia nel caso ne venisse prospettato il possibile spostamento.
Che l'eventualità di un trasferimento sia riaffiorata a più riprese negli ultimi anni, anzi decenni, lo ha confermato Fiom Cgil in occasione dell'assemblea di ieri convocata dalle organizzazioni sindacali di categoria dopo quanto avrebbe affermato il sindaco di Genova, Marco Bucci, nel corso di una riunione con alcuni imprenditori del settore, durante la quale avrebbe espresso la volontà di trasferire il comparto in altro luogo. «Abbiamo superato ogni limite - ha protestato il segretario generale della Fiom Cgil, Stefano Bonazzi - siamo stufi di dover continuamente tornare sul futuro delle riparazioni navali, è ora di fare chiarezza. Le riparazioni navali sono un settore strategico, non solo per la città; come tutte le altre attività industriali necessita di prospettive ed investimenti, non di tentennamenti ed incertezze. A questo punto chiediamo all'Autorità di Sistema Portuale che ha il governo di quelle aree di pronunciarsi affinché nel prossimo Piano Regolatore Portuale venga sancita una volte per tutte la missione industriale delle riparazioni navali del porto di Genova».
Oggi l'AdSP ha risposto all'invito della Fiom Cgil e degli altri sindacati, ma è una risposta che, più che fare chiarezza, difficilmente potrà sopire le preoccupazioni manifestate dai rappresentanti dei lavoratori che, in particolare, avevano denunciato la doppiezza di Marco Bucci: «l'ambiguità del sindaco sul tema delle riparazioni navali, che pubblicamente asserisce di essere contrario al trasferimento, mentre in riunioni a porte chiuse dichiarerebbe il contrario - avevano sottolineato Fiom e Filt - non giova ad un comparto che, come tutti i siti produttivi, ha necessità di stabilità e semmai di investimenti a consolidamento dell'attività. Le riparazioni navali sono il comparto industriale del porto di Genova e tale area deve rimanere ad uso esclusivo dell'attività produttiva. In questo contesto, va sottolineato come queste aree siano nella disponibilità dell'Autorità di Sistema Portuale e non in quella del Comune; anche per questo motivo è quantomeno curioso che, nonostante sia terminata la campagna elettorale, si continuino a svolgere riunioni di pochi su questioni che interessano molti, con l'unico risultato di creare solo confusione e destabilizzare il settore».
La comunicazione odierna dell'Autorità di Sistema Portuale volta a rassicurare sindacati, lavoratori e imprese spiega che l'AdSP «è entrata nel vivo della redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale con la pubblicazione del bando per l'acquisizione di un adeguato supporto di urbanistica e ingegneria. Considerata l'importanza strategica vitale del nuovo Piano Regolatore per lo sviluppo futuro del porto, della città e della Regione - specifica l'ente - sono previsti momenti di confronto tra le istituzioni, il mondo dell'impresa e del lavoro e la società civile. In questa fase, è importante partire da alcuni punti fermi che aiutino a orientare il confronto al fine sia di non generare incertezze sia di cogliere tutte le opportunità di sviluppo del porto e della città».
«Con particolare riferimento al comparto industriale delle riparazioni e costruzioni navali - prosegue la nota dell'AdSP - ci troviamo di fronte a un settore in forte crescita nazionale e internazionale, ad alta intensità di lavoro e particolarmente competitivo data la presenza nel nostro porto di tutte le attività che integrano la filiera industriale delle riparazioni e costruzioni. Proprio al fine di contribuire allo sviluppo di tale realtà, nell'area di Levante sono stati assegnati agli operatori capannoni riqualificati, potenziati i parcheggi, attivato il cosiddetto cold ironing per l'alimentazione delle navi all'interno dei bacini di carenaggio, avviati i lavori di riqualificazione infrastrutturale e tecnologica di tutti i varchi di accesso al comparto. A ciò si aggiunge la recente decisione di investire 30 milioni di euro per ammodernare le strutture e gli impianti dei bacini 4 e 5, la realizzazione di una nuova piattaforma tra questi, l'allungamento del molo dell'ex superbacino, la riprofilazione della banchina per rendere funzionale Molo Giano interno».
«Nella prospettiva del nuovo Piano Regolatore Portuale - conclude l'ente - Autorità di Sistema Portuale da un lato conferma il mantenimento e rafforzamento delle riparazioni navali nell'area di Levante, dall'altro prevede di analizzare ulteriori opportunità di sviluppo nell'area sia di Levante - ad esempio sfruttando i maggiori specchi acquei disponibili con la realizzazione della Diga foranea di Genova - sia di Sestri Ponente con la previsione di ulteriori impianti di riparazione navale accanto al superbacino e alle aree a terra in costruzione grazie agli interventi del Programma Straordinario».
Ieri, prima della nota dell'AdSP, Fim Cisl Genova aveva preso atto delle rassicurazioni verbali del presidente dell'ente portuale, Paolo Emilio Signorini: «ha assicurato - aveva spiegato il sindacato - che il comparto delle riparazioni navali rimarrà ove attualmente collocato, anche alla luce degli investimenti fatti per espandere l'area dallo stesso interessata. Bene, ma chiediamo però che su questo argomento ci sia uniformità di intenti tra l'Autorità Portuale e le istituzioni locali: basta l'ambiguità di questi giorni, visto che abbiamo appreso che il Piano Regolatore Comunale, prevede, nei prossimi anni, per l'area interessata, molteplici interventi urbanistici non assicurando le dovute garanzie per il futuro. Le riparazioni navali sono la storia della città di Genova, un comparto fondamentale della nostra industria. Non possiamo accettare che vengano disegnati scenari futuristici senza il coinvolgimento del sindacato. Se qualcuno vuole entrare nel merito e aprire una discussione lo dica chiaramente».
Da vedere se i sindacati accetteranno le garanzie verbali e scritte dell'AdSP, in particolare quando chiedono «uniformità di intenti tra l'Autorità Portuale e le istituzioni locali» (leggi Comune di Genova). Con parole scritte, oggi l'AdSP sembra dare un colpo al cerchio e uno alla botte, quando precisa che l'ente «prevede di analizzare ulteriori opportunità di sviluppo nell'area sia di Levante - ad esempio sfruttando i maggiori specchi acquei disponibili con la realizzazione della Diga foranea di Genova - sia di Sestri Ponente». Uno scenario che potrebbe collimare con quello disegnato dal “Blueprint”, il progetto o - come la chiama l'architetto - «la visione» per il futuro waterfront di Genova che Renzo Piano ha donato alla città e che il sindaco Bucci ha preso a riferimento per trasformare l'area. Lo sfruttamento dei maggiori spazi acquei nell'area di levante prospettato dall'AdSP - è uno dei leciti dubbi - potrebbe realizzarsi con i tombamenti progettati dal Blueprint nell'area delle riparazioni navali quasi a compensare gli sbancamenti previsti per realizzare un canale navigabile sottostante le mura storiche che dividono la città da questa area portuale. Quando l'ente portuale evoca la possibilità di ulteriori impianti di riparazione navale a Sestri Ponente, viene da chiedersi se queste «ulteriori» installazioni saranno quelle che non troveranno spazio né sulle attuali aree delle riparazioni navali né sui previsti tombamenti, stante la volontà del sindaco (così sembra) di perseguire il disegno di Renzo Piano, che da sempre vuole trasformare l'area delle riparazioni navali in un'isola.
Una domanda la rivolgiamo ai sindacati: ma, secondo voi, quando già oggi sono partiti i lavori per la realizzazione del waterfront di levante disegnato da Renzo Piano e sono già in fase di realizzazione residenze di lusso con vista, da una parte, sul padiglione fieristico “blu” Jean Nouvel e, dall'altra, sul primo tratto di canale e sul muraglione che lo sovrasta, non sembra presumibile che la volontà del Comune sia di procedere con questo progetto anche nell'area delle riparazioni navali e che l'Autorità di Sistema Portuale abbia già in programma, con tombamenti e aree a ponente, le misure per consentire che il waterfront di Renzo Piano trasformi l'area delle riparazioni navali? A noi sembra di sì. Se è così, allora i sindacati dovrebbero forse, prima di protestare, chiedersi e chiedere se questo progetto-visione è compatibile con l'attività delle riparazioni navali e il suo sviluppo. Se lo è oppure non lo è, riteniamo debba essere il discrimine tra il sostegno all'iniziativa progettuale e la decisa lotta contro questo disegno.
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