Nei primi dieci mesi di quest'anno il porto di Gioia Tauro ha movimentato un traffico dei container pari a 2,86 milioni di teu. Lo ha reso noto il presidente dell'Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, in occasione della sua partecipazione al Forum internazionale del Mediterraneo “Verso Sud”, organizzato da The European House Ambrosetti all'interno del porto calabrese, rendendo noto che nel periodo l'incremento del traffico è stato del +10,2% sul periodo gennaio-ottobre del 2021.
Agostinelli ha specificato che anche il terminal per autovetture di Autormar sta registrando un'importante di crescita: «dopo aver superato una fase di crisi, dettata dalla congiuntura del settore automotive - ha spiegato - oggi sta vivendo un momento di spiccata crescita, con un aumento dei traffici del 218,81% da gennaio ad ottobre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e che vedrà, anche, l'arrivo di un importante carico di auto elettriche dalla Cina a Gioia Tauro sin dalle prossime settimane».
Nel suo intervento il presidente dell'AdSP ha evidenziato le iniziative in atto per fare di Gioia Tauro, oltre che uno scalo di transhipment dei contenitori, anche un porto di importazione ed esportazione dei carichi: «il porto di Gioia Tauro - ha specificato Agostinelli - è anche retroporto, il più grande d'Italia che deve essere sviluppato. A tale proposito, nei prossimi giorni, sottoscriveremo un protocollo d'intesa con il commissario straordinario della ZES Calabria, Giosi Romano, per definire e implementare le procedure di snellimento burocratico. Oggi noi ci troviamo nei locali del gateway ferroviario, che abbiamo realizzato e collaudo in tre anni, da cui partono centinaia di convogli. Tutto questo serve affinché Gioia Tauro non sia più il porto di transhipment ma diventi anche di destinazione. In questa prospettiva va, altresì, menzionato il progetto di urbanizzazione dell'area Ex Enel, finanziato con fondi del PNRR per il valore di dieci milioni di euro, che noi completeremo prima del 2026 per offrire le condizioni infrastrutturali necessarie a nuovi investimenti industriali».