Busan, che è uno dei principali porti mondiali movimentando un traffico che nel 2021 è stato pari a 22,7 milioni di teu, volume che lo ha classificato al settimo posto nella graduatoria dei primi scali container globali, sta per archiviare il 2022 con un traffico pari a 22,11 milioni di teu, con una flessione del -2,6% sullo scorso anno. Lo ha reso noto oggi l'Autorità Portuale dello scalo sudcoreano precisando che quest'anno il solo traffico di transhipment è stato pari a circa 11,80 milioni di teu (-3,9%) e quello di importazione ed esportazione a 10,31 milioni di teu (-1,2%), di cui 5,20 milioni di teu all'imbarco (-0,7%) e 5,11 milioni allo sbarco (-1,7%).
Nel 2023 è attesa una ripresa della crescita essendo previsto un totale di 22,31 milioni di teu, con un rialzo del +0,9% sul 2022, di cui 11,93 milioni di teu di trasbordi (+1,1%), 5,31 milioni di teu in esportazione (+2,2%) e 5,07 milioni di teu in importazione (-0,8%).
L'Autorità Portuale di Busan ha spiegato che sull'attività di quest'anno hanno pesato la rigorosa politica di lockdown attuata in Cina per il Covid e la riduzione della domanda di beni di consumo in Nord America, entrambi fattori che hanno notevolmente diminuito i flussi di container dato che nel 2021 le merci cinesi e quelle statunitensi hanno rappresentato rispettivamente il 28% e il 15% del traffico containerizzato complessivo. A ciò si è aggiunta una flessione delle merci russe a seguito della crisi Russia-Ucraina.