È saltato l'accordo per la fusione tra le società armatrici Frontline ed Euronav, intesa avallata la scorsa primavera dai rispettivi consigli di amministrazione e di sorveglianza e sfociata lo scorso luglio in un patto finale per dar corso all'operazione
( del
7 aprile e dell'
11 luglio 2022). L'accordo è stato rescisso unilateralmente da Frontline: «siamo spiacenti - ha commentato l'amministratore delegato della compagnia, Lars H. Barstad - di non essere riusciti a portare a termine la fusione come previsto a luglio 2022, in quanto ciò avrebbe dato vita alla più grande compagnia del settore tanker quotata in Borsa. Nel contempo, entrambe le compagnie hanno flotte indipendenti di petroliere e di product tanker molto grandi e stanno già beneficiando di economie di scala, come evidenziato dai nostri rispettivi recenti report finanziari». A tal proposito, Euronav ha sottolineato che, «indipendentemente dagli esiti della progettata fusione, il mercato delle navi cisterna ha iniziato a mostrare i segnali, durante il terzo e quarto trimestre del 2022, di quello che si ritiene sarà un ciclo di crescita prolungato».
La flotta di navi cisterna della Frontline è costituita da 73 unità e quella della Euronav da 72.