USB Lavoro Privato ha annunciato l'avvio di una compagna nazionale sui porti per affrontare i temi che stanno condizionando la vita dei lavoratori e lavoratrici portuali. In particolare, il sindacato ha programmato per i prossimi giorni il lancio di una propria piattaforma sindacale sui temi più sentiti dai portuali, ovvero - ha specificato USB - «salario, salute, lavoro usurante, fermo all'autoproduzione, rappresentanza, no alla guerra e al traffico di armi, etc., che sarà presentata e discussa nelle prossime assemblee che saranno convocate nei posti di lavoro in tutti i porti».
Inoltre USB rinnoverà la richiesta d'incontro su questi temi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il quale avviare da subito un tavolo di confronto che - ha spiegato il sindacato - «parli anche del piano nazionale dei porti e della sempre maggiore aggressività da parte degli armatori».
USB ha annunciato anche il proseguimento della propria campagna contro tutte le guerre e il traffico di armi nei porti, «tema sul quale - ha reso noto l'organizzazione sindacale - aderiremo convintamente alla manifestazione del 25 febbraio a Genova, a un anno esatto dall'inizio del conflitto in Ucraina, promossa dal CALP. Sosterremo questa giornata - ha specificato USB - anche attraverso uno sciopero di due ore in tutti i porti italiani e di sei ore per il porto di Genova».
Comunicando queste iniziative, USB ha rilevato che «il sistema portuale ha subito negli ultimi anni enormi trasformazioni anche per quanto riguarda l'organizzazione del ciclo produttivo, parliamo - ha precisato il sindacato - di uno dei settori strategici dell'economia del Paese. È in atto, da tempo, il tentativo di consegnare questi assetti fondamentali per la circolazione delle merci in mano di soggetti privati nel nome della libera concorrenza. Dei veri e propri monopoli che stanno provocando un aumento dello sfruttamento e una contrazione dei salari e dei diritti oltre che dei livelli di salute e sicurezza. Questo tocca anche la questione del traffico di armi, che sempre di più attraversa i nostri porti verso guerre di distruzione e morte, mentre l'escalation della guerra tra potenze e contro i lavoratori sta trascinando tutti noi verso un conflitto mondiale, di cui intanto già paghiamo noi i costi con le bollette e il caro vita mentre gli stipendi rimangono al palo».