Il gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk ha archiviato il 2022 con risultati finanziari record e notevolmente superiori rispetto a quelli già elevati dell'esercizio 2021 quando era stato segnato il precedente picco storico annuale. La nuova notevole performance è stata conseguita nonostante nel quarto trimestre del 2022 i risultati abbiano registrato una diminuzione, la prima dopo otto periodi trimestrali di sostenuta crescita, pur attestandosi su valori comunque cospicui e, per questo periodo dell'anno, inferiori solo a quelli dell'ultimo trimestre del 2021 quando sono stati ottenuti i risultati finanziari più elevati di sempre relativamente al periodo ottobre-dicembre. Lo scorso anno i ricavi del gruppo sono ammontati alla cifra record di 81,53 miliardi di dollari, con un rialzo del +32,0% sul 2021. Valori mai raggiunti in precedenza sono stati segnati anche dal margine operativo lordo e dall'utile operativo, cresciuti rispettivamente del +53,2% e +56,9% a 36,81 miliardi e 30,86 miliardi di dollari. Un nuovo picco storico è stato raggiunto anche dall'utile netto che è stato di 29,32 miliardi di dollari (+62,6%). Importi record sono stati segnati anche dalle sole attività di trasporto marittimo containerizzato, che costituiscono il core business del gruppo danese, a partire dai ricavi che lo scorso anno sono stati pari a 64,30 miliardi di dollari (+33,3%), di cui 56,50 miliardi (+33,3%) generati direttamente dai servizi marittimi di linea. In questo segmento d'attività anche l'EBITDA e l'EBIT hanno raggiunto nuovi picchi storici essendo risultati pari a 33,77 miliardi (+57,6%) e 29,15 miliardi di dollari (+62,3%). Queste notevoli performance finanziarie sono state ottenute grazie a valori record delle tariffe di trasporto marittimo, con un nolo medio per container da 40' (feu) trasportato che lo scorso anno è stato di 4.628 dollari (+39,5%), e nonostante i volumi trasportati dalla flotta del gruppo siano diminuiti del -8,9% scendendo a 11,92 milioni di feu, volume che è inferiore non solo a quello totalizzato nel 2021 ma anche a quelli ottenuti nel 2020 (12,63 milioni di feu) e nel 2019 quando era stato stabilito il record storico con 13,30 milioni di feu. Inoltre il rilevante aumento del volume d'affari è stato solo parzialmente controbilanciato da una crescita dei costi operativi che nel 2022 sono ammontati a 30,59 miliardi di dollari, con una progressione del +14,3% sull'anno precedente che è stata generata principalmente dal rincaro dei costi per l'acquisto del bunker che sono risultati pari a 8,08 miliardi di dollari (+50,4%). Nel solo quarto trimestre del 2022 il gruppo ha registrato ricavi pari a 17,82 miliardi di dollari, con una flessione del -3,7% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Il margine operativo lordo è stato di 6,54 miliardi (-18,1%), l'utile operativo di 5,12 miliardi (-22,8%) e l'utile netto di 4,98 miliardi di dollari (-18,5%). Nel periodo ottobre-dicembre dello scorso anno i ricavi prodotti dalle sole attività di trasporto marittimo containerizzato sono stati pari a 13,30 miliardi di dollari (-8,8%), di cui 11,58 miliardi (-9,6%) generati direttamente dai servizi marittimi. I costi operativi del segmento sono ammontati a 7,29 miliardi (-0,4%), di cui 1,83 miliardi per l'acquisto dei combustibili navali (+17,3%). L'EBITDA è stato di 6,03 miliardi (-17,8%) e l'EBIT di 4,82 miliardi di dollari (-24,1%). Nel quarto trimestre del 2022 le portacontainer del gruppo hanno trasportato carichi per un totale pari a 2,81 milioni di feu (-14,0%). Il valore del nolo medio per il periodo è risultato di 3.869 dollari/feu (-3,5%). Maersk prevede che nel 2023 la crescita del mercato del trasporto marittimo containerizzato sarà compresa tra un calo del -2,5% e un aumento del +0,5% e il gruppo danese ritiene che la propria crescita sarà in linea con il mercato.
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