La scorsa settimana, pronunciandosi sugli emendamenti nell'ambito della conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, le Commissioni riunite 1ª e 5ª del Senato hanno approvato gli emendamenti 10.92 e 10.93 che prevedono la proroga al 31 dicembre 2023, rispetto alla precedente scadenza del 31 dicembre 2022, della norma (art. 103-bis del decreto-legge 18/2020 convertito con modificazioni dalla legge 27/2020) che, dal mese di marzo 2020, consente - in deroga all'art. 328 del codice della navigazione - di stipulare in Italia le convenzioni di arruolamento del personale marittimo ai sensi dell'art. 329 del codice della navigazione (procedura per la stipulazione delle convenzioni di arruolamento all'estero, in luogo che non sia sede di autorità consolare), con sottoscrizione della stessa a bordo, alla presenza di due testimoni che vi appongono la propria sottoscrizione e con successiva convalida ex art. 357 del regolamento “navigazione marittima” nel primo porto utile.
Il passaggio in Senato è stato accolto con favore dalla Confederazione Italiana Armatori e, a tal proposito, Confitarma ha ringraziato i presidenti e i membri delle due Commissioni per aver accolto la richiesta dell'armamento formulata nel corso dell'audizione convocata lo scorso 16 gennaio in relazione all'iter di conversione del decreto-legge Milleproroghe. Confitarma ha evidenziato che, qualora venisse confermato anche dall'altro ramo del Parlamento, «si tratterebbe di un primo passo sul sentiero della semplificazione delle procedure di imbarco e sbarco dei lavoratori marittimi».
«Stiamo lavorando - ha specificato la confederazione armatoriale in una nota - per ottenere che la procedura semplificata prevista dall'art.103-bis diventi strutturale nonché che vengano adottate le altre importanti semplificazioni che da tempo stiamo promuovendo. Purtroppo, d'altro canto - ha precisato Confitarma - rileviamo con rammarico il mancato accoglimento delle proposte emendative per il recupero delle risorse stanziate per il nuovo incentivo al trasferimento modale delle merci strada/mare per il 2022. Infatti, le dotazioni originariamente stanziate, già di per sé ridotte rispetto a quelle del precedente Marebonus - ha spiegato la Confederazione - rischiano di essere ulteriormente assottigliate a causa dalla perdita delle quote relative al 2022 in ragione della mancata adozione del regolamento di attuazione. L'emendamento, peraltro a costo zero per l'erario mirava al recupero degli importi (39 milioni di euro) già stanziati dalla legge di bilancio 2021 e dal cosiddetto decreto n.21/2022, destinandoli alle successive annualità 2023 e 2024. Auspichiamo che il governo agisca prontamente al fine di evitare tale riduzione di risorse e assicuri, invece, nuovi stanziamenti aggiuntivi a questo efficiente strumento green. È noto, infatti, che, a parità di risparmio energetico ottenuto, il costo per lo Stato del Marebonus è stato pari a un decimo di quello previsto per il Superbonus 110%».