L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha esortato il governo italiano a ritirare il disegno di legge “Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”, approvato ieri dalla Camera e che dovrebbe essere esaminato la prossima settimana dal Senato, in quanto la legislazione proposta potrebbe ostacolare la fornitura di assistenza da parte delle organizzazioni umanitarie che prestano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, con un conseguente aumento della perdita di vite umane in mare.
«Se questa legge verrà approvata - ha evidenziato l'alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Volker Türk - molte persone in difficoltà verranno sottoposte a sofferenze e molte vite rischierebbero di essere perse perché non è più disponibile un aiuto tempestivo. La legge - ha rilevato Türk - in realtà punirebbe sia i migranti che coloro che cercano di aiutarli. Probabilmente questa penalizzazione degli interventi umanitari scoraggerebbe le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani dal compiere il loro cruciale lavoro».
Türk ha ricordato che il disegno di legge prevede, tra l'altro, che le navi che prestano soccorso umanitario si debbano dirigere immediatamente verso un porto dopo l'effettuazione di ogni soccorso, rinunciando quindi ad ulteriori soccorsi anche se vi sono persone in difficoltà nelle immediate vicinanze, ed ha ricordato che recentemente l'Italia ha designato quali porti di sbarco scali portuali che sono distanti, a volte diversi giorni di navigazione, dalle aree marittime in cui vengono soccorse le persone, rendendo più difficoltosa l'effettuazione di un maggior numero di missioni di soccorso.
«Secondo il diritto internazionale - ha osservato Türk - un comandante ha il dovere di prestare assistenza immediata alle persone in pericolo in mare e gli Stati devono salvaguardare il diritto alla vita. Ma in base a questa nuova proposta, una nave SAR nelle vicinanze sarebbe obbligata ad ignorare le chiamate di soccorso di coloro che sono in mare semplicemente per il fatto che ne ha già salvato altre». Inoltre - ha aggiunto - «coloro che rimangono bloccati in mare sarebbero costretti a sopportare un'esposizione prolungata agli elementi e rischierebbero di perdere la vita e quelli che sopravvivono affronterebbero maggiori ritardi nell'accesso ad adeguate cure mediche e alla riabilitazione, tra cui coloro che sono vittime di torture, di violenze sessuali e di altre violazioni dei diritti umani».
Specificando infine che, in base alla proposta di legge, gli equipaggi a bordo delle navi che prestano soccorso dovrebbero registrare ogni persona che intenda chiedere protezione internazionale e che le organizzazioni non governative che non rispettano le nuove regole sarebbero soggette a sanzioni amministrative, a multe e al sequestro della loro imbarcazione, l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha sollecitato il governo italiano a ritirare il disegno di legge al fine di garantire che qualsiasi proposta legislativa sia pienamente conforme al diritto internazionale dei diritti umani, al diritto internazionale sui rifugiati e ad altri quadri giuridici applicabili, incluse la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo.