Il gruppo armatoriale partenopeo ha respinto, qualificandola «un'ennesima stravaganza», la minaccia di richiesta di danni per 480 milioni di euro rivolta nei giorni scorsi all'azienda napoletana dalla Moby - Compagnia Italiana di Navigazione
( del
16 febbraio 2023). «È sconcertante - è la replica del gruppo Grimaldi - che degli armatori che si ostinano ancora a non pagare allo Stato italiano buona parte del prezzo per l'acquisto della Tirrenia e i cui avvocati hanno pretestuosamente rallentato per anni l'iter giudiziale nella suddetta controversia con noi, continuino a usare metodi minacciosi nei confronti di un creditore», «creditore - ha specificato l'azienda - il quale diligentemente cerca di recuperare parte dei propri crediti e tutelare gli interessi dei propri azionisti».
Per Grimaldi, «pare evidente che la strategia dei vertici di Moby e Cin sia quella di sottrarre asset attraverso la creazione di nuove società, a danno dei vari creditori, tra cui anche noi». «Si renderebbe così impossibile - ha evidenziato il gruppo - il risarcimento nei nostri confronti, non solo per danni subiti dalle proprie navi durante il noleggio a Moby-Cin, ma soprattutto per quelli provocati a seguito dell'accertata concorrenza sleale e dell'abuso di posizione dominante che hanno contraddistinto l'operato di Moby-Cin sui traffici da e per la Sardegna. È paradossale che l'accertato colpevole dei delitti di concorrenza sleale ed abuso di posizione dominante, minacci ed accusi la vittima dello stesso reato per il quale è stato condannato dalla giustizia italiana».