Pur apprezzando gli sforzi che i legislatori europei stanno compiendo affinché l'inclusione del trasporto marittimo nel sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) non penalizzi i porti dell'Unione Europea, l'associazione dei porti europei ESPO e la federazione dei terminalisti portuali privati europei FEPORT hanno suggerito alcuni correttivi affinché l'accordo politico per la revisione del sistema EU ETS, che il Parlamento europeo dovrebbe votare il prossimo 13 marzo, salvaguardi la competitività degli scali portuali dell'UE.
ESPO e FEPORT hanno ricordato che la revisione del sistema EU ETS si applicherà al trasporto marittimo e, dopo un periodo di graduale introduzione fra il 2024 e il 2026, richiederà alle compagnie di navigazione di presentare quote che coprano il 100% delle emissioni prodotte dai loro viaggi marittimi realizzati all'interno dell'UE (tra due porti UE) e quelle prodotte nei porti dell'UE e il 50% delle emissioni prodotte dai viaggi extra-UE (tra un porto UE e un porto extraeuropeo). Secondo l'associazione dei porti europei e la federazione dei terminalisti, tuttavia, l'ambito di applicazione geografico dell'accordo sull'EU ETS potrebbe indurre le compagnie di navigazione a far effettuare alle loro navi scali elusivi in porti extraeuropei al fine di evitare pagamenti nell'ambito dell'EU ETS, ad esempio aggiungendo alla rotta uno scalo al di fuori dell'UE o riconfigurando le loro rotte marittime.
ESPO e FEPORT hanno evidenziato che tale elusione porrà a rischio il sistema EU ETS con la conseguenza di aumentare le emissioni prodotte da navigazioni più lunghe e di non indurre le compagnie di navigazione a decarbonizzare le loro attività. Le due organizzazioni hanno sottolineato, inoltre, che meno quote messe all'asta significherebbero minori entrate per la decarbonizzazione dello shipping e che gli scali elusivi influirebbero negativamente sull'occupazione e sull'attività commerciale di alcuni porti dell'UE.
Se ESPO e FEPORT hanno espresso apprezzamento per gli sforzi attuati dai colegislatori europei per introdurre una definizione di “porto di scalo” che escluda gli scali nei porti di trasbordo dei container vicini all'UE e hanno giudicato positivamente il fatto che la Commissione Europea si impegni a monitorare e a riferire sull'impatto dell'EU ETS sui traffici portuali e sulle operazioni attuale dalle compagnie di navigazione per eludere il sistema, hanno però rimarcato la necessità che la Commissione agisca non appena viene individuata un'attività elusiva.
A tal propositivo le due organizzazioni hanno rimarcato la necessità che la Commissione Europea, oltre ad utilizzare i dati AIS e quelli delle dogane, e il valore delle merci importate ed esportate attraverso i porti dell'UE, per valutare se sono stati apportati cambiamenti nei traffici marittimi ed individuare azioni elusive, usi anche parametri aggiuntivi. Per ESPO e FEPORT, infatti, gli indicatori previsti consentirebbero di individuare un'attività elusiva solo dopo che questa è già avvenuta ed è quindi indispensabile rilevare tempestivamente queste attività prima che si siano irreversibilmente consolidate.
Secondo ESPO e FEPORT, la Commissione dovrebbe valutare anche le possibili distorsioni ed elusioni attuate da tutti i concorrenti extraeuropei. In particolare, ritengono necessario che la Commissione monitori le attività distorsive ed elusive attraverso tutti i porti extraeuropei che potrebbero essere utilizzati per attuare tali attività, e non solo quei porti extraeuropei in cui la quota di traffico di trasbordo supera il 65% del traffico totale dei container. Per le due organizzazioni, dato che tali attività potrebbero essere condotte attraverso porti o terminal al di sotto di tale soglia, questa dovrebbe essere immediatamente abbassata o abbandonata.
Inoltre ESPO e FEPORT hanno invitato a coinvolgere altre parti interessate, tra cui le autorità portuali, i terminalisti e i sindacati, nel monitoraggio dell'impatto dell'EU ETS Maritime, monitoraggio che dovrebbe prendere in considerazione anche l'impatto complessivo del pacchetto climatico “Fit for 55” che include il sistema EU ETS.
Infine ESPO e FEPORT hanno esortato a prevedere di investire una parte significativa dei proventi dell'EU ETS nei porti dell'UE, assegnando risorse agli Stati membri sulla base degli scali nei porti al fine di assicurare che gli investimenti per la decarbonizzazione vengano destinati ai siti in cui le emissioni hanno luogo.