L'indicizzazione dei canoni concessori demaniali che, con il meccanismo attuale, porterebbe ad incrementare del +36% il loro importo non sta in piedi e, senza risposte da parte del governo, procederemo ad impugnare i provvedimenti delle Autorità di Sistema Portuale, «e poi vediamo cosa succede». Lo ha affermato oggi il presidente dell'Associazione Italiana Terminalisti Portuali (Assiterminal), Luca Becce, intervistato dal presidente del The international Propeller Clubs, Umberto Masucci, in occasione del confronto con il cluster marittimo nazionale sul tema “Portualità Italia al servizio del Paese” organizzato a Roma, presso la sede della Federazione del Mare, dall'associazione dei terminalisti.
A Masucci, che ha ricordato che nei giorni scorsi Assomarinas, l'associazione dei porti turistici italiani, ha annunciato la decisione di impugnare il decreto ministeriale sull'aumento dei canoni demaniali ( del 7 aprile 2023), Becce ha specificato che Assiterminal già dallo scorso anno, dopo il primo aumento dovuto ai meccanismi in essere, ha avviato un'interlocuzione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti chiedendo di procedere a individuare nuovi criteri. «Sappiamo tutti - ha precisato Becce - come è andata: lo stop del Quirinale sul decreto-legge proroghe ha bloccato tutto; da qui la proposta di applicare l'aumento solo sulla misura minima dei canoni come determinato annualmente dal Ministero. Ad oggi - ha lamentato il presidente di Assiterminal - siamo fermi».