Una nuova indagine realizzata dal Global Maritime Forum e dalla All Aboard Alliance sui problemi incontrati dalle donne che lavorano a bordo delle navi ha rilevato 15 principali elementi di criticità che rientrano in quattro categorie: le difficoltà da parte delle donne di ottenere riconoscimenti professionali, la difficoltà che incontrano nelle relazioni sociali a bordo, le difficoltà connesse alle pratiche lavorative e contrattuali della gente di mare e le condizioni lavorative e sanitarie a bordo delle navi. L'indagine è stata svolta intervistando 115 donne che lavorano sulle navi ricoprendo tutte le mansioni e offre un ampio spettro delle loro esperienze di lavoro.
A seguito dell'indagine realizzata, nell'ultimo trimestre di quest'anno sarà avviata la sperimentazione delle misure e delle soluzioni individuate per risolvere questi problemi che saranno adottate a bordo di navi delle compagnie che aderiscono alla All Aboard Alliance e che a bordo hanno un numero di donne ufficiali e membri dell'equipaggio superiore alla media. L'obiettivo è di identificare quali delle soluzioni proposte sono più efficaci nell'affrontare i 15 punti critici individuati per il lavoro delle donne in mare e, quindi, aiutare l'All Aboard Alliance a rendere la carriera in mare non solo inclusiva, ma anche attraente per un maggior numero di donne.
Ricordando che attualmente le donne che lavorano a bordo delle navi rappresentano meno del 2% del numero totale dei marittimi, Su Yin Anand, responsabile Shipping del gruppo minerario e matallurgico South32 e co-presidente di All Aboard Alliance - ha evidenziato la necessità di «rendere la vita in mare più inclusiva per le donne marittime. Ma adesso che abbiamo una migliore comprensione di quali sono i punti di criticità - ha sottolineato riferendosi agli esiti dell'indagine - possiamo lavorare assieme per affrontarli. Noi - ha precisato - non vogliamo che lascino la loro carriera in mare perché ne abbiamo bisogno, e ne abbiamo bisogno di molte altre».
«Questi problemi - ha aggiunto Mikael Skov, co-presidente della All Aboard Alliance e amministratore delegato della società armatrice Hafnia - devono essere affrontati. Prima di tutto perché è la cosa giusta da fare. In secondo luogo perché l'industria marittima sta cambiando rapidamente e sono necessarie competenze più avanzate, che ci impongono di esaminare in modo olistico l'intero insieme di attitudini per identificare i migliori candidati, affinché il settore marittimo possa prosperare e crescere».