Dei 250 milioni di container trasportati lo scorso anno dalle compagnie di navigazione, per un valore complessivo di più di sette bilioni di dollari, solo 661 sono stati persi in mare, cifra che è la più bassa dal 2008 quando il World Shipping Council (WSC), l'associazione che rappresenta le compagnie marittime containerizzate, ha iniziato a stilare un rapporto sulla perdita di contenitori durante il trasporto marittimo. Nell'ultimo quindicennio sono stati in media 1.566 i container persi in mare, mentre nel triennio 2020-2022 ne sono andati perduti mediamente 2.301.
Il rapporto del WSC spiega che nel primo triennio 2008-2010 di rilevazione ne sono andati perduti in media 675 all'anno, numero che si è quadruplicato raggiungendo i 2.683 container all'anno nel triennio successivo e ciò è stato dovuto in gran all'affondamento della MOL Comfort, avvenuto nel 2013, che ha comportato la perdita di 4.293 container a cui si sono aggiunte le perdite di circa 900 container causate dall'incagliamento e dalla perdita della portacontenitori Rena avvenuto nel 2011. Il triennio successivo 2014-2016 ha registrato l'affondamento di una nave, la SS El Faro (2015), ma ciononostante la perdita media annua è stata di 1.390 contenitori, circa la metà di quella del periodo precedente. La tendenza al ribasso è proseguita nel 2017-2019 quando la perdita media annua si è nuovamente quasi dimezzata scendendo a 779 container. Non si sono inoltre verificate perdite individuali così significative come quelle rilevate nei periodi precedenti. La perdita media annua del biennio 2020-2021 ha registrato un incremento a 3.113 dai 779 del periodo precedente trainata da incidenti rilevanti: nel 2020 la ONE Opus ha perso più di 1.800 container a causa del maltempo; anche la Maersk Essen ha subito condizioni meteorologiche avverse nel 2021 che hanno provocato la perdita di circa 750 container.