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PORTI
Il porto di Livorno perde un pesce che lo scalo della Spezia è convinto abbia abboccato al proprio amo
Lo scalo labronico sottolinea che le sue potenzialità restano intatte nonostante la rinuncia di MSC, cetaceo armatoriale che in Liguria sono convinti di aver tirato definitivamente a riva
Livorno/La Spezia
9 agosto 2023
Il mondo è pieno di pesci, sembra giustificarsi
l'authority portuale di Livorno. Quello che volevate prendere
all'amo l'abbiamo tirato su noi, pare rispondano dalla Spezia. Il
“pinnuto” in questione è nientemeno che il gruppo
armatoriale elvetico Mediterranean Shipping Company (MSC), un
organismo acquatico bello bello grosso.
Per chi non è al corrente dell'esito della battuta di
pesca riassumiamo brevemente i fatti. All'inizio di quest'anno il
cetaceo MSC si è fatto vivo nelle acque dello scalo labronico
dove era intenzionato a nutrirsi di Terminal Darsena Toscana (TDT),
la società terminalista della genovese Gruppo Investimenti
Portuali (GIP) che gestisce il principale container terminal del
porto di Livorno
(
del 9
gennaio 2023). A pochi metri dalla riva, qualche giorno fa il
pescione ha rinunciato al suo spuntino, forse disturbato dalla
scrupolosa sorveglianza dell'Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato
(
dell'1
agosto 2023). Un boccone che l'Autorità di Sistema
Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, che gestisce il porto di
Livorno, avrebbe dato volentieri in pasto a MSC, considerando TDT
l'esca utile ad attirare appunto pesci giganti e i loro traffici. Da
qui il disappunto del presidente dell'AdSP labronica, Luciano
Guerrieri, ormai convinto che la lenza si sarebbe tesa
(
dell'1
agosto 2023).
Alla Spezia sono certi che la Balaenoptera Helvetica abbia fatto
inarcare la loro canna da pesca e sono ancora più certi di
trarre l'enorme acquatico a terra. Oggi, infatti, nel porto della
città ligure è arrivata la MSC Nicola Mastro,
una nuova portacontainer della MSC che, essendo in grado di
trasportare oltre 24.000 teu, è la più grande nave di
questo tipo mai approdata allo scalo spezzino, così come lo
sarà per il porto di Genova dove è attesa tra venerdì
e sabato. Un “mostro” di questo genere proprio non lo
avevano mai visto, se non - rosicando - nelle fotografie di
pescatori concorrenti, e in Liguria sono convinti che, ormai trovata
l'esca giusta, da ora in poi sarà più facile pescare
questi colossi.
Rimasto a bocca asciutta, Guerrieri è convinto che le
acque livornesi possano comunque essere l'habitat naturale di questi
mammiferi marini, e in particolare di MSC che - con una flotta di
775 navi - è di questi organismi quello più grande del
pianeta. Parlando stamani ai rappresentanti dell'Organismo di
Partenariato della Risorsa Mare, struttura con funzioni consultive
che è stata convocata per l'occasione su esortazione dei
sindacati, il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale
del Mar Tirreno Settentrionale ha sottolineato che la decisione di
MSC di ritirare l'offerta di acquisizione del Terminal Darsena
Toscana «non cambia le strategie e gli equilibri dei traffici
del porto di Livorno». «Quali che siano le motivazioni
che abbiano indotto MSC a ritirare l'offerta, e pur auspicando una
possibile ripresa delle trattative - ha affermato Guerrieri - lo
scalo portuale livornese mantiene intatte le sue potenzialità».
Qual è il pescatore che, se il porta pesci è
vuoto, non è certo che ciò non sia affatto colpa della
sua tecnica e della sua strategia? «Non cambieremo il nostro
approccio - ha convintamente affermato Guerrieri (e sembra di
vederlo in stivaloni) - e continueremo a lavorare per governare al
meglio le problematiche portuali».
Una fiducia dovuta, anzi doverosa, bisogna evidenziare, dato che
il presidente dell'AdSP livornese è conscio che se l'esca del
terminal TDT non è stata sufficiente a catturare un simile
cetaceo, l'esca Darsena Europa, il nuovo grande terminal
multipurpose progettato dall'ente portuale, dovrà
necessariamente allettare animali della stessa stazza. Riferendo
all'Organismo di Partenariato del procedere del progetto, Guerrieri
ha spiegato che lo scorso 24 giugno l'ente ha consegnato alla
Commissione del Ministero dell'Ambiente la relazione dell'AdSP «con
le risposte alle numerose richieste di integrazione fatteci
pervenire dai soggetti territoriali interessati, 293 in tutto»,
con l'auspicio di avere un riscontro dalla Commissione di VIA entro
settembre. Nel frattempo - ha precisato - l'authority portuale sta
continuando a portarsi avanti con gli interventi di bonifica bellica
delle aree interessate dalla realizzazione della maxi
infrastruttura, e ha recentemente appaltato i lavori di
consolidamento di una delle due vasche di colmata del valore di 25
milioni di euro.
Elencando le altre opere in corso per accrescere la
competitività del porto di Livorno, Guerrieri ha affermato
che «queste iniziative non esauriscono il quadro delle opere
su cui stiamo lavorando, ma credo restituiscano alla cittadinanza e
alla stampa un'immagine rassicurante del porto, le cui aspettative
di sviluppo competitivo prescindono in qualche modo dalle dinamiche
commerciali che attengono agli interessi delle grandi compagnie di
navigazione».
Dinamiche in cui, con riferimento alla MSC, Livorno avrebbe
certo voluto inserirsi. Ma, ci sembra possa essere il sunto del
discorso di Guerrieri, l'esca è e sarà ancora più
buona e il mare è pieno di pesci. Perso uno ne acchiapperemo
un altro.
Chi è convinto di averne catturato uno, e proprio quello
che ha rinunciato ad abboccare all'amo livornese, è il porto
della Spezia dove già le navi di MSC approdano, ma mai così
grandi. O meglio, ad esserne convinto è il nuovo presidente
dell'Associazione Spedizionieri del Porto di La Spezia, «oggi
alla Spezia, primo porto italiano gateway - ha sottolineato
Alessandro Laghezza - è arrivata, dopo lo scalo tecnico a
Gioia Tauro, la MSC Nicola Mastro, la nave più grande
mai approdata negli scali italiani, una portacontainer che ha una
capacità di stazza a pieno carico di oltre 24.000 teus. Si
tratta di un segnale importante per il porto della Spezia e per il
terminal LSCT perché conferma la capacità attrattiva
del nostro scalo e una decisa volontà del gruppo MSC di
confermare Spezia come porto di riferimento per i suoi traffici».
Comprensibile l'euforia di Laghezza, incredulo della mole
dell'essere marino portato a terra, che esalta lo “scalo
gateway” spezzino, eccitazione che tuttavia non giustifica il
declassamento a “scalo tecnico” dell'approdo a Gioia
Tauro.
Più contenuto, ma ugualmente vivo l'entusiasmo di
Matthieu Gasselin, l'amministratore delegato del gruppo Contship
Italia che gestisce il La Spezia Container Terminal (LSCT) dove è
giunta all'alba di stamani la MSC Nicola Mastro, che essendo
più direttamente coinvolto dall'arrivo della grande full
container ne ha tratto evidente soddisfazione: «i nostri
clienti - ha commentato - si stanno evolvendo e il nostro impegno è
supportare questo cambiamento e la loro crescita con infrastrutture
e soluzioni a valore aggiunto. Per rimanere competitivi, è
fondamentale anticipare le richieste del mercato e il fatto che la
Nicola Mastro abbia scelto il gateway di La Spezia Container
Terminal conferma la nostra prontezza per il futuro. Ringrazio MSC
per la fiducia nei confronti del Sistema Spezia e tutti i colleghi
per l'ottimo lavoro di squadra in questa circostanza da record».
Da parte sua Laghezza ha specificato il perché del suo
stato di esaltazione, dovuto - oltre che dall'arrivo della
portacontenitori della MSC - anche dall'accosto odierno allo stesso
terminal LSCT della prima nave del nuovo servizio MedGulf della CMA
CGM e COSCO
(
del 26
luglio 2023), linea - ha rimarcato - che rilancia il
collegamento con gli Stati Uniti che per il porto della Spezia è
sempre stato un mercato di riferimento per l'export. A ciò -
ha precisato ancora il presidente degli spedizionieri spezzini - si
aggiunge anche l'accordo commerciale sulle tariffe per le
movimentazioni dei container e sui volumi di traffico sottoscritto
fra LSCT e il gruppo MSC, «completato - ha chiarito Laghezza -
dalla volontà condivisa di avviare i lavori di ampliamento
del terminal e attrezzarlo per le nuove sfide. Un tema che da tempo
era atteso ma che finalmente diventa segnale concreto».
Il presidente degli spedizionieri di La Spezia ha specificato
che quello di oggi è un risultato «frutto di un lavoro
di sistema e di visione fra compagnie, terminal, operatori con il
ruolo fondamentale svolto dell'Autorità di Sistema Portuale
del Mar Ligure Orientale e comunque un primo risultato di
prospettiva per la crescita dei traffici nel nostro porto».
«Ma - ne è assolutamente certo Laghezza - siamo solo
all'inizio».
Certo il “pescatore Spezia” si è preparato al
meglio, e sta continuando a farlo, per non tornare a casa a mani
vuote. Ma anche il “pescatore Livorno” non lascia nulla
al caso, predisponendo attrezzature e strategie perché
all'amo abbocchi il pesce più grande in circolazione.
Non è per disilludere i pescatori, che fanno bene ad
accertarsi di avere le carte in regola, a partire dalla licenza di
pesca, ma oggi come oggi è il pesce che detta le condizioni.
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