In questi ultimi mesi i porti europei stanno certamente
accusando un rallentamento della ripresa dei volumi movimentati che
è seguita alla drastica riduzione dell'attività
causata, soprattutto nei mesi centrali del 2020, dall'impatto
sull'economia e sulla mobilità della pandemia mondiale di
Covid-19, attenuazione della crescita che in diversi scali portuali
europei si è tramutata in un calo, in alcuni casi piuttosto
accentuato.
Rispetto a questo scenario, bisognerebbe intendere come
l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale
posiziona il volume complessivo di traffico movimentato dai porti di
La Spezia e Marina di Carrara gestiti dall'ente. L'authority ligure,
infatti, dando scarna notizia “social” del volume di
traffico realizzato dai due scali nei primi sei mesi del 2023
specifica che risulta «in linea con i trend generali del
settore».
A prima vista, ma anche a seconda e terza, in attesa che l'ente
portuale renda disponibili dati più dettagliati, non sembra
affatto così, valutando le cifre complessive comunicate.
L'AdSP del Mar Ligure Orientale ha spiegato che nella prima metà
di quest'anno il porto della Spezia ha movimentato 6.445.618
tonnellate di merci, registrando una flessione del -4,2% sullo
stesso periodo del 2022. È necessario evidenziare che il
volume di traffico totalizzato nel primo semestre del 2023 risulta
inoltre inferiore del -5,6% rispetto a quello movimentato nella
prima metà del 2021 quando ancora si risentivano gli effetti
della pandemia globale sulle attività portuali e risulta pure
inferiore del -2,5% rispetto al 2020 quando la crisi sanitaria aveva
fortemente ridotto i flussi di merci movimentati dai porti, incluso
quello della Spezia. È doveroso sottolineare, inoltre, che il
dato dei primi sei mesi del 2023 è inferiore anche ad una
lunghissima serie di volumi di traffico movimentato nei primi
semestri degli anni precedenti tanto che, per risalire ad un volume
di traffico minore, bisogna ritornare al lontanissimo primo semestre
del 1997 quando il totale fu di 5.268.852 tonnellate.
La diminuzione segnata nella prima metà del 2023 è
stata contenuta dal forte incremento (+95,4% sui primi sei mesi del
2022) del traffico delle rinfuse liquide, di cui l'AdSP dà
notizia: si tratta di un totale di 1.412.978 tonnellate, di cui -
specifica l'ente - 1.268.280 di gas liquefatto (+111%) e 144.698
tonnellate di prodotti raffinati (+17,8%).
Al momento l'ente portuale ligure non precisa, invece, quante
rinfuse solide e merci varie siano state movimentate. Tuttavia si
desume che il volume di merci secche realizzato nei primi sei mesi
del 2023 è stato di 5.032.640 tonnellate, volume che risulta
notevolmente inferiore (-16,2%) non solo a quello movimentato nella
prima metà del 2022, ma anche a quelli totalizzati nei primi
sei mesi del 2021 e 2020 (rispettivamente -18,8% e -9,3%). Le merci
secche movimentate nel primo semestre di quest'anno, inoltre,
risultano assai inferiori ad una serie di dati semestrali
precedenti, anch'essa assai estesa nel tempo, tanto che bisogna
risalire al remoto 1998, quando nei primi sei mesi furono
movimentate 4.976.573 tonnellate di merci secche, per riscontrare un
incremento, peraltro modesto (+1,1%), e per trovarne uno più
rilevante bisogna tornare al primo semestre del 1997, anno rispetto
al quale l'aumento risulta del +19,6%.
Del volume di merci varie movimentato nei primi sei mesi del
2023 l'ente portuale ha reso nota la consistenza, in termini di
contenitori da 20 piedi, del solo volume di carichi contanerizzati
che è risultato pari a 551.006 teu, con un notevole calo del
-18,4% sulla prima metà del 2022, una diminuzione del -21,6%
sulla prima metà del 2021 e un lievissimo rialzo del +0,1%
sul primo semestre del 2020. Anche per questo tipo di carichi
bisogna risalire nel tempo e riandare al primo semestre del 2009 per
riscontrare una variazione percentuale positiva più marcata
(+9,4%).
Nella prima metà di quest'anno il porto di Marina di
Carrara ha movimentato 2.458.962 tonnellate di merci, con un calo
del -11,4% sulla prima metà del 2022. Nel caso di Carrara il
dato risulta in ripresa rispetto ai primi semestri del 2021 e del
2020 (+53,0% e +85,3%) così come risulta notevolmente
superiore rispetto ai primi semestri degli anni precedenti.
Allargando la visione oltre i confini del sistema portuale della
Liguria orientale, ci sembra altrettanto doveroso rilevare che il
volume di traffico movimentato da diversi porti italiani negli
ultimi mesi non è per nulla «in linea con i trend
generali del settore» e che, piuttosto, rispecchia la fase di
difficoltà attraversata dall'economia italiana dovuta certo a
fattori esogeni, ma anche endogeni. Ci sembra pure necessario
osservare la crescente tendenza di molti, troppi, enti portuali
nazionali consistente nel rimarcare gli elementi positivi della
recente attività e trascurare di sviscerare le motivazioni
che hanno determinato la contrazione di importanti flussi di
traffico. Ancor più indispensabile è evidenziare il
ritardo con cui, nonostante i propositi espressi in un recente
passato, troppe Autorità di Sistema Portuale rendono noti i
dati sul traffico movimentato dai porti di loro competenza, rendendo
ancor più problematico valutare qual è l'evoluzione in
corso degli scambi commerciali nazionali e con l'estero realizzati
via mare.
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