In questi giorni i rappresentanti per la regione europea
dell'International Dockworkers Council (IDC), la federazione
sindacale internazionale a cui aderiscono associazioni dei
lavoratori portuali, si sono confrontati on-line sui principali
problemi del lavoro portuale in Europa, a partire dalle iniziative
da assumere affinché si faccia un salto nella parità
di genere assicurando una maggiore presenza delle donne nel settore.
Tra le questioni più spinose menzionate dai delegati
figurano poi la possibile estensione della validità del
regolamento europeo di esenzione per categoria a favore dei consorzi
armatoriali e l'impatto sui lavoratori portuali dell'entrata in
vigore del sistema EU ETS per la tassazione delle emissioni delle
navi che potrebbe indurre alcune compagnie di navigazione a
delocalizzare gli scali delle proprie navi fuori dai porti europei
per evitare di incorrere nel pagamento di queste nuove tasse.
Inoltre, a preoccupare sono anche il generalizzato calo dei
traffici in gran parte dei porti europei e il tentativo di alcuni
armatori di effettuare attività in autoproduzione nei porti
affidano agli equipaggi delle proprie navi le operazioni che sono
invece di competenza dei lavoratori portuali.
È stata espressa preoccupazione anche per la situazione
dei lavoratori portuali dell'Ucraina, con la guerra in corso, con i
porti bombardati e con molti di loro che hanno dovuto abbandonare
l'attività per andare al fronte a difendere il proprio Paese
dagli attacchi delle truppe russe.