L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha
deliberato lo scorso 10 ottobre di non avviare un'istruttoria
sull'acquisizione sino al 33% del capitale della società di
classificazione e certificazione RINA da parte di Fondo Italiano
d'Investimento SGR (FII), società di investimento del gruppo
Cassa Depositi e Prestiti (CDP)
(
del
4
agosto 2023). Nel provvedimento l'AGCM ricorda che oggetto
dell'acquisizione da parte di FII, per conto e nell'interesse dei
fondi FICC e FICC II, è il controllo congiunto di RINA
assieme al soggetto che allo stato controlla in via esclusiva
quest'ultima, ossia Registro Italiano Navale, l'ente di diritto
privato senza fini di lucro avente la mission di contribuire
all'interesse della comunità e alla salvaguardia della vita
umana e dell'ambiente, promuovendo e svolgendo attività e
iniziative al riguardo.
L'operazione prevede che una newco controllata in via esclusiva
da FII, in qualità di gestore dei due fondi, effettuerà
l'investimento di minoranza, fino a un massimo del 33% circa, in
RINA attraverso la sottoscrizione di uno o più aumenti di
capitale. «Ai sensi del nuovo statuto di RINA - ricorda il
provvedimento dell'autorità antitrust - tale newco godrà
(sia in sede assembleare che in sede consiliare, per il tramite
degli amministratori da essa designati, pari a tre su di un totale
di otto o nove) di diritti di veto su materie di rilievo strategico
(quali l'approvazione del budget annuale e del business plan, le
modifiche ai poteri dell'amministratore delegato nonché la
gestione dei dirigenti di grado più elevato)».
Osservando quali saranno gli effetti dell'operazione, l'AGCM ha
rilevato che «per quanto riguarda le sovrapposizioni
orizzontali, queste si verificano nelle attività di:
consulenza ingegneristica, con quote aggregate che non superano il
[1-5%] o sono ampiamente inferiori all'1% considerando,
rispettivamente, un ambito geografico nazionale o mondiale;
certificazione, con quote aggregate, quasi interamente attribuibili
all'apporto di RINA, del [10-15%] circa o inferiori all'1% anche qui
considerando, rispettivamente, un ambito geografico nazionale o
mondiale; testing, con quote aggregate inferiori all'1% sia in
ambito nazionale che mondiale. Non si registrano, invece,
sovrapposizioni orizzontali nel caso delle attività di
classificazione e certificazione navale e d'ispezione. Sempre da un
punto di vista orizzontale - precisa il provvedimento - anche
qualora si volesse considerare un unico mercato del prodotto che
ricomprenda i cinque specifici servizi sopra analizzati (consulenza
ingegneristica, certificazione, classificazione/certificazione
navale, ispezione e testing), le quote aggregate delle parti
rimangono attestate su valori trascurabili, pari al [1-5%] circa a
livello nazionale e ampiamente inferiori all'1% a livello globale».
«Eventuali relazioni di tipo verticale - prosegue
l'analisi dell'AGCM - potrebbero identificarsi laddove si consideri
che alcune società del gruppo CDP risultano tra i numerosi ed
eterogenei clienti che acquistano i servizi resi da RINA; ad ogni
modo tali relazioni non risultano tali da produrre significativi
effetti concorrenziali, in termini in particolare di limitazione
all'accesso dei fattori produttivi e/o della clientela, stanti le
limitate quote di mercato delle parti nonché la trascurabile
quota di acquisti del gruppo CDP per l'approvvigionamento di tali
servizi (stimata per ciascun mercato inferiore al [1-5%] anche nel
più ristretto ambito nazionale)».
«Alla luce delle considerazioni che precedono, dunque -
osserva l'Antitrust - la concentrazione in esame non appare idonea a
ostacolare in misura significativa la concorrenza effettiva nei
mercati interessati e a determinare la costituzione o il
rafforzamento di una posizione dominante».