Le associazioni internazionali del trasporto ferroviario e
intermodale CER, ERFA, UIC, UIP e UIRR hanno presentato oggi uno
studio congiunto sull'impatto della proposta della Commissione
Europea di modifica della direttiva n. 53 del 25 luglio 1996 che
disciplina i pesi e le dimensioni dei veicoli stradali commerciali,
sottolineando come la ricerca confermi le preoccupazioni del settore
del trasporto merci ferroviario in quanto - hanno evidenziato - se
la proposta della Commissione venisse attuata senza modifiche
sostanziali, le misure proposte avrebbero conseguenze disastrose dal
punto di vista socioeconomico e di sostenibilità.
«La proposta della Commissione, se approvata così
com'è - ha spiegato Alberto Mazzola, direttore generale della
CER - indurrà un trasferimento modale dalla ferrovia alla
strada e di conseguenza aumenterà i costi esterni dei
trasporti e le emissioni, ridurrà la sicurezza stradale e
aumenterà i costi della manutenzione delle strade. Anche se
la CER non si oppone al sostegno degli autoveicoli a emissioni zero,
invitiamo comunque i legislatori a mantenere gli attuali limiti di
40 tonnellate per il traffico stradale transfrontaliero e ad
eliminare quelle clausole che favoriscono i megatruck che
attraversano l'Europa».
Lo studio rileva, infatti, che consentire la circolazione
transfrontaliera dei camion dell'European Modular System (EMS), o
gigaliner, con composizioni modulari dei veicoli che potrebbe
portarne la lunghezza a 25,25 metri, o addirittura a 32 metri, e il
peso sino a 50-60 tonnellate, potrebbe comportare tariffe di
trasporto più basse sul mercato attualmente dominante del
trasporto merci a bassa densità e ad elevato volume, che è
il segmento che si prevede crescerà in modo più
dinamico nei prossimi decenni per tutte le modalità di
trasporto terrestre. Lo studio evidenzia che, tuttavia, il
miglioramento dell'efficienza operativa dei camion non dovrebbe solo
tradursi in tariffe di trasporto più basse, ma anche produrre
contemporaneamente progressi significativi verso gli obiettivi
politici del Green Deal dell'UE e una riduzione delle esternalità
del trasporto merci interno (decarbonizzazione, efficienza
energetica, qualità dell'aria, rumore, incidenti,
congestione).
Lo studio sottolinea che l'aumento proposto del peso lordo
consentito dei camion e il via libera agli EMS porterebbero in media
ad un trasferimento modale inverso che arriverebbe sino al 21% per
tutti i segmenti del trasporto ferroviario e al 16% per il trasporto
combinato. Ciò potrebbe comportare fino a 10,5 milioni di
viaggi di camion in più all'anno, con l'emissione sino a 6,6
milioni di tonnellate aggiuntive di CO2 e generando costi esterni
aggiuntivi per un ammontare pari a 2,2 miliardi di euro. Inoltre,
per la manutenzione delle infrastrutture stradali sarebbero
necessari più di 1,15 miliardi di euro in più
all'anno.
«È difficile vedere come la proposta, nella sua
forma attuale - ha osservato Conor Feighan, segretario generale
dell'ERFA - non contribuirà a invertire il trasferimento
modale. Come sottolineato in questo studio, l'impatto di questa
proposta sarà avvertito da tutti i tipi di trasporto merci su
rotaia, non solo dal trasporto a carro singolo. Sebbene sia
importante che, relativamente al trasporto stradale, siano
incentivati i veicoli a emissioni zero, è importante che tali
incentivi siano limitati ai soli veicoli a emissioni zero e nella
proposta si tenga conto della promozione del trasporto intermodale».
Lo studio osserva che sebbene le misure proposte dalla
Commissione siano state progettate per servire gli interessi del
trasporto merci intermodale, la maggior parte risultano poco
pratiche, inefficaci o non necessarie.
Rilevando che le modifiche proposte dalla Commissione Europea
sembrano essere un buon contributo per rendere più verde il
mercato del trasporto merci in Europa, il direttore generale
dell'UIC, François Davenne, ha sottolineato che, «in
realtà, la proposta legislativa mette seriamente a
repentaglio ogni tentativo di creare una filiera realmente
interoperabile. Ciò è vero per il settore ferroviario
e tra le diverse modalità di trasporto. Sembra - ha
specificato Davenne - che i camion più lunghi e pesanti siano
ancora tecnicamente compatibili con il trasporto combinato
strada-rotaia. In realtà una parte significativa dell'attuale
mercato del trasporto combinato subirà un impatto negativo.
Con l'attuale proposta è in pericolo la crescita del mercato
di oltre il 50% realizzata negli ultimi dieci anni».
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